“L’Olimpiade vale tanto, è il sogno di tutti. Sarà difficile qualificarsi, ma noi ci chiamiamo Italia, dobbiamo provarci e mettercela tutta. E poi il nostro obiettivo è quello di rilanciare i giovani: ne abbiamo tanti interessanti, già da febbraio ne vedremo alcuni”. Idee chiare per Giovanni Petrucci, presidente della Federazione italiana pallacanestro. Da Tokyo2020 agli Europei dell’anno successivo, dai rapporti con la Lega Basket al dibattito sul professionismo femminile, l’ex numero uno del Coni spazia a 360 gradi nel forum organizzato nella sede romana dell’agenzia Italpress. Partendo, naturalmente, dal sogno olimpico, inseguito quest’anno anche dalle ragazze del 3×3 oltre alla nazionale maschile di Romeo Sacchetti, che dal 2004 fallisce la qualificazione a cinque cerchi. “Sarà difficilissimo anche stavolta – ammette Petrucci – Dobbiamo affrontare la Serbia ma anche altre nazioni forti nel girone. Giocheremo in un impianto con ventimila spettatori, in Serbia il basket è lo sport nazionale, una religione. E hanno cinque giocatori Nba: dobbiamo sperare che loro soffrano la pressione e poi, come sempre nello sport, vincerà chi sarà più bravo”.
L’Italia viene da un Mondiale non positivo, chiuso al decimo posto. “Oggi non c’è una nazionale facile da battere – spiega Petrucci – Il basket è sport nazionale in tanti Paesi e noi dobbiamo affrontare tante difficoltà: il nostro campionato dura nove mesi, l’Eurolega otto mesi e inoltre possiamo avere i giocatori Nba soltanto per pochi giorni pagando peraltro assicurazioni paurose. Questo non vuol dire che siamo giustificati: fui io a lanciare lo slogan della cultura della sconfitta, ora mi auguro di non dovermici affezionare troppo”. La qualificazione olimpica è senza dubbio l’obiettivo più vicino per l’Italia di Sacchetti. Sullo sfondo ci sono invece gli Europei del 2021, che vedrà il nostro Paese in prima fila visto che Milano ospiterà uno dei gironi. “Siamo tra i Paesi fondatori della federazione internazionale e dobbiamo festeggiare il nostro centenario nel migliore dei modi (la Fip è nata nel 1921, ndr)”, dichiara il presidente della Federbasket, “una federazione che ha ottenuto grandi risultati e oggi vanta un numero importante di tesserati. Sacchetti ha un compito preciso: dobbiamo investire sui giovani, come ha fatto Roberto Mancini al quale faccio i complimenti. Con una nazionale giovane i risultati si sono visti: abbiamo centrato un record straordinario vincendo tutte le partite di qualificazione agli Europei”.
Petrucci si è poi soffermato su alcuni temi politici, a partire dal rapporto con la Lega Basket. “Ma è fisiologico, è naturale. Sarà sempre così – spiega il presidente della Fip – Guardate cosa succede nel calcio: le società mettono i soldi e devono fare le proposte, noi siamo sempre disponibili a collaborare. Ma su una cosa non saremo mai d’accordo: gli arbitri saranno sempre gestiti dalla federazione perché questa è la legge in Italia e nel calcio avviene la stessa cosa. Non si può pensare che, quando si perde, la colpa sia dell’arbitro: cercheremo di migliorare ancora, ma gli errori ci saranno sempre. Anche un sistema tecnologico come il Var, del resto, ha difficoltà di interpretazione”. Per quanto riguarda l’impegno dell’attuale governo sul professionismo femminile, Petrucci lancia un monito: “Io sono sempre stato favorevole, ma non basta parlare di parificazione. Sono scelte che spettano a chi ci mette i soldi, sono le società che devono dire alle federazioni: vogliamo che le nostre atlete siano professioniste. Tutti vorremmo la parificazione, ma non bastano le scelte dello Stato”. Infine una battuta sul problema del razzismo: “Ogni volta sento belle dichiarazioni, sento parlare di tolleranza zero, ma queste parole mi fanno tenerezza – osserva Petrucci con schiettezza – I provvedimenti sono necessari, ma la questione è culturale: io credo che si debba lavorare sulla cultura del Paese, fermo restando che l’Italia non è razzista”.
(ITALPRESS).
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