“La Fip, la sua commissione scientifica e la Lega hanno fatto le loro richieste, perché alcune regioni sono disponibili a far disputare le partite con un numero di spettatori limitato, in proporzione alla capienza degli impianti. Ma oggi voglio fare una domanda: se il Comitato Tecnico Scientifico risponde attraverso gli organismi deputati sempre con un semplice no, perché non dà mai una motivazione?”. A chiederselo, in un’intervista a ‘Il Corriere dello Sport’, è il presidente della Fip Giovanni Petrucci, a pochi giorni dall’inizio della Supercoppa e a poco più di un mese dal via del campionato. “Se la pallacanestro non potrà riprendere con un numero minimo di spettatori, la sanificazione e tutte le certificazioni del caso, non avrà né presente né futuro – spiega allarmato il numero uno della Federbasket – Non potrà andare avanti. Gli sforzi che gli imprenditori nel nostro sport stanno facendo sono sovrumani in proporzione a quello che ritorna loro dal punto di vista economico. Il basket non è come il calcio che può vivere di ingenti diritti Tv. Possibile che allo sport non si spieghi mai il ‘perché no’? Noi chiediamo una percentuale di spettatori rispetto alla capienza degli impianti, con le dovute garanzie dal punto di vista sanitario. Cosa ci hanno risposto? Ancora non ci hanno risposto, ancora non sappiamo nulla – svela l’ex presidente del Coni – Qualcuno dice che la Federazione e la Lega si devono svegliare: ecco, deve farlo chi lo dice, non noi che siamo sufficientemente svegli. Io non posso che ringraziare Giuseppe Pierro (Capo Ufficio Sport del Ministero per le politiche Giovanili e per lo Sport, ndr): è sempre disponibile e ci sta seguendo. Però è chiaro che anche lui deve rispondere agli organismi deputati”. Nel caso venisse dato l’ok per un ingresso contingentato, bisognerebbe stabilire a chi spettano i controlli sul rispetto delle distanze e sul numero di tifosi concesso: “Noi siamo disponibili a fare tutto quello che ci diranno. Ma ci devono dare una risposta, una risposta precisa. Che altro deve fare lo sport?”. In assenza di senso di responsabilità da parte di molte persone riguardo le misure di prevenzione, i contagi da Coronavirus negli ultimi giorni sono aumentati: “Noi non possiamo invocare certo l’esercito. Possiamo mettere a disposizione e forze che abbiamo. Lo sport è un diritto del cittadino, e questo diritto deve essere esercitato e tutelato”. Difficile dunque ipotizzare scenari per la ripresa del basket: “Prevedo che ci risponderanno. E mi auguro che ci diano una adeguata motivazione sul fatto che alcuni settori possono riaprire. Per esempio: leggo che il Napoli calcio è in ritiro a Castel di Sangro, e saranno ammessi spettatori in proporzione alla grandezza dell’impianto. Lo stesso nel ritiro della Lazio. E allora, perché il basket no?”. Facile invece prevedere cosa accadrà alle società di basket se si dovesse giocare a porte chiuse, e dunque senza incassi: “Poco alla volta gli imprenditori se ne andranno. Ecco perché il mondo dello sport, il Coni, il presidente Malagò sono preoccupati. Noi – conclude Petrucci – stiamo attraversando il periodo più difficile del Paese e dobbiamo pensare anche a tanti altre cose (la riforma dello sport, ndr). In tutto questo non può non esserci la centralità del Coni”.
(ITALPRESS).
Petrucci avverte “Senza pubblico il basket non ha un futuro”
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