Ripensare la pesca e il ruolo dei pescatori. Si è aperta con un focus sulle problematiche che investono il settore della pesca l’VIII edizione di Blue Sea Land, la fiera multiculturale che a Mazara del Vallo mette ogni anno insieme le filiere agro-ittico-alimentari italiane e siciliane con quelle dei paesi del Mediterraneo, dell’Africa e del Medioriente. Diverse le tematiche che saranno affrontate nel corso della quattro giorni, dalla pesca sostenibile alle strategie per la lotta all’inquinamento da plastica, insieme allo sviluppo dell’acquacoltura.
“Il governo regionale ritiene la pesca un pilastro del modello di sviluppo che vogliamo dare alla Sicilia – ha detto l’assessore Edy Bandiera -. Partivamo da una Europa che voleva la rottamazione delle barche. La figura del pescatore probabilmente doveva estinguersi, depositando la licenza e distruggendo la propria barca in cambio di poche decine di migliaia di euro. Il governo della regione ha voluto contribuire a invertire queste politiche approvando un disegno di legge che ha riordinato il settore della pesca. Una norma che parla di autogoverno dei pescatori con i piani di gestione. Parla però anche di ittiturismo e pescaturismo”.
Turismo e pesca, ma non solo. Il rilancio del comparto passa anche dal ruolo innovativo dell’acquacoltura: “Abbiamo messo in campo un sistema di supporto, consulenza e assistenza alle aziende che vogliano cimentarsi – ha detto bandiera – Siamo ben consapevoli che l’acquacoltura abbia grandi margini di crescita. In Sicilia pesa in termini di produzione interna lorda per 12 milioni di euro di fatturato. L’Italia oggi importa circa 4 miliardi di pesce d’acquacoltura prodotto per lo più in Asia. È un ampio spazio di mercato che intendiamo conquistare sostenendo le nostre aziende da un punto di vista finanziario e tecnico”. Prospettive ma anche problemi. Come quelli vissuti dalla pesca d’altura con la competizione con altre flotte. E la questione annosa dei rifiuti marini, evidenziata da Leonardo Catagnano, dirigente Dipartimento della Pesca Mediterranea. Tale problema, ha evidenziato, “interessa il consumatore attraverso l’alimentazione” inoltre “ostacola le attività di pesca a strascico e incide sugli equilibri negli ecosistemi marini”.
Nel corso della giornata si è parlato anche di commercio estero e internazionalizzazione nel settore ittico. Girolamo Turano, assessore regionale alle Attività produttive, ha ricordato che “per la prima volta col governo Musumeci si è fatto un piano di internazionalizzazione”.
“Abbiamo fatto tre diverse azioni per dare l’opportunità alle imprese siciliane di aggredire i mercati esteri – ha spiegato -. Abbiamo fatto un bando chiedendo alle imprese di capire quali fossero i mercati esteri che loro volevano aggredire, costruendo processi personalizzati. Accanto a questo – ha concluso Turano – ci siamo preoccupati di capire come sostenere l’innovazione e la ricerca”.