Pensione anticipata, novità 2018. Ecco le ultime notizie e le anticipazioni in tema di pensione anticipata. Requisiti per accedere al pensionamento anticipato e categorie: donne, lavoratori usuranti, pensione di vecchiaia e pensione minima di garanzia.
Vediamo subito quali sono le anticipazioni circa la possibilità di ottenere la pensione anticipata 2018. Ecco tutte le proposte al vaglio al governo.
Pensione anticipata donna, novità 2018
In questo scenario sono in lizza due proposte. L’ape sociale rosa e l’opzione donna. Tra le due, la proroga dell’opzione donna è meno probabile.
Ape sociale rosa
Si tratta di uno sconto contributivo di 3 anni per consentire il pensionamento anticipato alle donne. L’Ape sociale agevolata è tra le proposte in campo previdenziale, portata in campo dal premier Paolo Gentiloni e dal Ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan.
Come funziona l’Ape rosa?
Questo “sconto degli anni contributivi” sarà riconosciuto alle donne con meno di 63 anni di età. Gli anni di contributi necessari per accedere alla pensione, a seconda delle categoria lavorativa di appartenenza, non saranno più di 30 – 36 anni, bensì di 27 o 33 anni.
Proroga dell’opzione donna
L’opzione donna è la possibilità attualmente in vigore. Come funziona, allo stato attuale, il pensionamento anticipato della donna lavoratrice? Le donne, per ottenere la pensione anticipata devono rispettare determinati requisiti.
Per andare in pensione anticipata nel 2017, le donne dovrebbero possedere i seguenti requisiti:
- 57 anni e 7 mesi di età compiuti entro il 31 luglio 2016 per le lavoratrici dipendenti.
- 58 anni e 7 mesi di età compiuti entro il 31 luglio 2016 per le lavoratrici autonome
- 35 anni di contributi accreditati entro il 31 dicembre 2015
- pensione liquidata in 18 mesi per le lavoratrici autonome
- pensione liquidata in 12 mesi per le lavoratrici dipendenti
L’opzione donna che consente l’uscita in anticipo dal mondo del lavoro, però, vede un ricalcolo della pensione basato sui contributi effettivamente accreditati e non sugli ultimi stipendi. Al contrario dell’Ape sociale Rosa, con la proroga dell’opzione donna, le lavoratrici che vanno in pensione anticipata nel 2018 subiscono una penalizzazione sulla pensione.
Pensione minima di garanzia
La pensione minima di garanzia è destinata ai lavoratori che vanno in pensione con una stima prettamente contributiva.
In pratica, con la pensione minima di garanzia, i lavoratori soggetti al calcolo contributivo della pensione hanno diritto a percepire un minimo mensile di 650 euro con almeno 20 anni di contributi accreditati. Per ogni anno di contributi in più (quindi oltre i 20 anni contributivi) spettano 30 euro in aggiunta alla minima garantita di 650 euro, fino a un massimo di 1.000 euro.
Questa manovra è ancora in fase di studio. Non è però rivolta a chi intende andare in pensione nel 2018. La sua introduzione dovrebbe arrivare nel 2019.
Pensione per i giovani
E’ la proposta alternativa alla pensione minima di garanzia. In questo caso la pensione non dovrebbe superare i circa 670 euro mensili. La pensione per i giovani, in realtà, consiste in un assegno che cumula la pensione contributiva con l’assegno sociale vedendo un tetto massimo di 448 euro di assegno sociale più una pensione massima di 224 euro.
Pensione di vecchiaia, requisiti 2018
La pensione di vecchiaia vede requisiti ben delineati. In primis vi è un requisito di età. L’età per accedere alla pensione di vecchiaia 2018 è pari a 66 anni e 7 mesi per tutti.
Non tutti sanno che vi è un ulteriore requisito più spinoso. Se il calcolo della pensione si esegue con sistema interamente contributivo, la pensione di vecchiaia 2018 può essere ottenuta solo se superiore 1,5 volte all’assegno sociale. Ciò significa che chi accede alla pensione di vecchiaia con calcolo contributivo non potrà percepire alcuna pensione se questa è inferiore a 672 euro mensili.
Si tratta di una penalizzazione ingiusta che però, a oggi, non ha alcun rimedio. La manovra definitiva non dovrebbe prevedere il vincolo dell’ammontare minimo dell’assegno sociale per l’accesso alla pensione. Se il governo non dovesse eliminare tale vincolo, potrebbe limitarlo a 1,2 volte l’assegno sociale, cioè a 538 euro.
Chi non riuscirà a percepire la pensione di vecchiaia a 66 anni e 7 mesi, dovrà poi attendere il compimento di 70 anni e 7 mesi.
Dal 2019, qualcosa dovrebbe cambiare. Si suppone che la pensione di vecchiaia dovrebbe essere raggiunta con 66 anni e 11 mesi di età mentre la pensione anticipata potrebbe essere raggiunta con “soli” 43 anni e 2 mesi di contributi per gli uomini e 42 anni e 2 mesi per le donne.
Pensione anticipata lavori usuranti
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