Tutti i giornali parlano della mossa politica che si appresta a fare Matteo Renzi, per costituire un partito di centro che, a detta di tutti, manca nella realtà politica italiana. Ma oltre a Renzi, ce ne sono anche altri liberali, e altri ancora cattolici e laici che, in alternativa al populismo dilagante, vogliono rassicurare soprattutto gli elettori moderati che sinora in larga parte hanno accresciuto la enorme area dell’astensione dal voto, impauriti dalla forza raggiunta dagli estremismi in Italia.
Ma penso che qualora si pensasse a un nuovo partito centrista popolare e liberale, portatore potenzialmente di stabilità nel sistema politico italiano troppo squilibrato a sinistra e a destra, occorrerebbe essere conseguenti fino in fondo con la natura di una formazione centrista. C’è un detto latino molto significativo, che ben descrive l’importanza di una presenza con tali caratteristiche che non potrà che apportare benefici al sistema politico ed istituzionale, come accadde anche agli albori della nostra Repubblica: “In medio stat virtus”.
Dunque, una formazione moderata, popolare e liberale, deve curarsi di una spesa pubblica compatibile con gli introiti dello Stato, deve saper garantire l’impresa in equilibrio con le esigenze dei lavoratori, deve puntare ad uno Stato autorevole ma non allo statalismo, deve sostenere la promozione delle persone ma non con l’assistenzialismo, deve affermare la giustizia ma non il giustizialismo, deve promuovere la modernità mantenendo solide le tradizioni e le radici cristiane, deve rappresentare l’identità italiana ma nel nuovo Stato federale europeo. A mio parere chi promuoverà questa politica, sarà riconosciuto come centrista.