Partita IVA, costi e tasse da sostenere. Tutte le informazioni per chi vuole aprire una partita IVA da libero professionista. Possibilità per i giovani e tributi IRPEF e INPS.
Quanto costa aprire una partita IVA?
L’apertura in sé della partita IVA non costa nulla! I costi legati all’apertura di una partita IVA sono quelli di gestione (qualora vogliate affidarvi a un professionista) e i tributi da versare.
Chi può aprire una partita IVA?
La partita IVA può essere aperta da qualsiasi lavoratore autonomo, vale a dire:
- libero professionista;
- artigiano;
- commerciante;
Tra i liberi professionisti vi sono categorie che necessitano di essere iscritte a un albo e versare i loro contributi all’ente di riferimento (gestione separata), è il caso di giornalisti pubblicisti, giornalisti professionisti, avvocati, psicologi, architetti… Oppure altri liberi professionisti svincolati da un albo professionale, è il caso di webaster, sviluppatori, fotografi e grafici.
Chi è iscritto a un albo professionale dovrà informarsi circa la gestione separata per il versamento dei contributi, gli altri freelancer fanno capo all’INPS. Per esempio, i giornalisti versano i contributi all’INPGI rispettando l’aliquota di questo ente previdenziale.
Per facilità, in questo articolo faremo riferimento all’INPS ma quanto detto vale per tutti i contribuenti, quindi anche quelli iscritti a un albo professionale.
Come aprire la partita IVA
Per aprire la partita IVA vi basterà:
- Richiedere l’assegnazione del numero di Partita IVA attraverso il sito web dell’Agenzia delle Entrate o recandovi di persona allo sportello più vicino.
- Iscriversi alla gestione separata INPS (o a quella di riferimento del vostro albo professionale).
- Aprire una posizione INAIL, ma questo dovrete farlo solo se avete intenzione di avvalervi di dipendenti (assistente, segretaria…)
L’iscrizione alla Camera di Commercio è obbligatoria solo per artigiani e commercianti, non lo è per i liberi professionisti.
Le procedure appena elencate, se svolte in autonomia, sono a costo zero. Già, aprire una partita iva non costa nulla. Se vi affidate a un commercialista dovrete coprire i costi da lui richiesti che possono variare molto! Per esempio, il mio primo commercialista mi chiese un contributo di 100 euro solo per l’apertura della partita IVA mentre il mio secondo e attuale commercialista ha potuto aprirmi una partita iva solo per 20 euro! Se aprite la partita IVA in autonomia non dovrete sostenere alcun costo.
Partita IVA, costi e tasse
Chiarito che non esistono costi di apertura per una partita iva, passiamo subito ai costi di gestione e alle tasse, cioè ai tributi da dover versare.
Tra i costi di gestione vi è l’onorario di un commercialista, fortemente consigliato: provvederà a darvi tante informazioni utili su possibili sgravi fiscali e seguirà per voi il vostro fatturato compilando la classica dichiarazione dei redditi che per il libero professionista consiste nel Modello Unico. Si occuperà di reteizzare le vostre tasse e sarà il vostro punti di riferimento! I costi dipendono molto dal tariffario del professionista scelto. Unico consiglio: scegliete quello che sa rispondere a tutte le vostre domande!
Contributi INPS
I contributi INPS sono determinati nella misura del 27,72% del reddito prodotto. Quindi, per ogni vostro “guadagno” al netto delle spese, dovete scorporare il 27,72% e metterlo da parte per l’Istituto Nazionale per la previdenza sociale…. in altre parole, la pensione!
Versamento dell’IRPEF
I giovani under 35 non versano IRPEF. Ecco una prima buona notizia per i giovani! Tutti gli altri dovranno versarla! L’IRPEF è l’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche e funziona a scaglioni… cioè, più si guadagna e più aumenta l’aliquota da versare.
Se il reddito annuo è inferiore ai 15.000 euro, la tassazione IRPEF ammonta al 23% del reddito. Ecco come funzionano le aliquote per chi supera i 15.000 euro di reddito annuo.
- Fino a 28.000 euro, si versano 3.450 euro + il 27% sulla parte eccedente i 15.000 euro.
- Da 28.001 a 55.000 euro, si versano 6.960 euro + 38% sulla parte eccedente i 28.000 euro.
- Da 55.001 a 75.000 euro, si versano 17.220 Euro + 41% sulla parte eccedente i 55.000 euro.
- Oltre i 75.000 euro, si versa il 43% del reddito sulla parte eccedente i 75.000 più 25.420 euro.
Per tutti coloro che hanno compiuto più di 35 anni, se non superano gli 8.000 euro, non dovranno versare alcuna IRPEF.
Ricordiamo che la tassazione IRPEF va calcolata sull’utile al netto dell’INPS, quindi non sul fatturato.
Per esempio, avete un fatturato annuo di 36.000 euro. Avete sostenuto 3.500 euro di spese una tantum (nuovi computer, nuovo arredo per l’ufficio) e 10.100 euro di spese fisse (canone di locazione dell’ufficio, spese carburante…), il vostro Utile Lordo sarà di 22.400 euro. L’INPS va calcolato sul vostro utile lordo.
Il 27,72% di 22.400 euro è 6.210 euro da versare come contributo all’INPS. L’IRPEF, ancora, va calcolata sull’utile al netto dell’INPS, quindi su 16.190 euro e non sul fatturato iniziale.