Il Parlamento europeo, riunito in sessione plenaria a Strasburgo, ha approvato con 448 voti a favore, 197 contrari e 48 astenuti la risoluzione che chiede di aprire una procedura contro l’Ungheria, guidata dal primo ministro Viktor Orban, per violazione dello stato di diritto.
È la prima volta che il Parlamento europeo invita il Consiglio dell’UE ad agire contro uno Stato membro per prevenire una minaccia sistemica ai valori fondanti dell’Unione. Questi valori, sanciti dall’articolo 2 del Trattato UE e ripresi nella Carta dei diritti fondamentali dell’UE, comprendono il rispetto per la democrazia, l’uguaglianza, lo Stato di diritto e i diritti umani.
I deputati europei chiedono ai paesi dell’UE di avviare la procedura prevista all’articolo 7, paragrafo 1 del trattato UE, sottolineando che, nonostante la disponibilità delle autorità ungheresi a discutere la legalità delle misure approvate, “la situazione non è stata affrontata e permangono molte preoccupazioni”.
Questa è la fase preventiva della procedura, che prevede un dialogo con il paese interessato e “mira a evitare eventuali sanzioni”. La decisione è stata approvata con 448 voti favorevoli, 197 contrari e 48 astensioni. Era necessaria una maggioranza dei due terzi sui voti espressi e un minimo di 376 voti a favore.
Il Parlamento ricorda che l’adesione dell’Ungheria all’UE “è stato un atto volontario basato su una decisione sovrana, con un ampio consenso tra tutti gli schieramenti politici e sottolinea che qualsiasi governo ungherese ha il dovere di eliminare il rischio di una grave violazione dei valori dell’UE”.
Le preoccupazioni del Parlamento si riferiscono a: 1) funzionamento del sistema costituzionale e del sistema elettorale; 2) l’indipendenza della magistratura e di altre istituzioni e i diritti dei giudici; 3) la corruzione e i conflitti di interesse; 4) la tutela della vita privata e la protezione dei dati; 5) la libertà di espressione; 6) la libertà accademica; 7) la libertà di religione; 8) la libertà di associazione; 9) il diritto alla parità di trattamento; 10) i diritti delle persone appartenenti a minoranze, compresi i rom e gli ebrei, e la protezione dalle dichiarazioni di odio contro tali minoranze; 11) i diritti fondamentali dei migranti, dei richiedenti asilo e dei rifugiati; 12) i diritti economici e sociali.
“Nella settimana in cui si discute lo Stato dell’Unione, il Parlamento europeo invia un messaggio importante: difendiamo i diritti di tutti gli europei, compresi i cittadini ungheresi, e difendiamo i nostri valori europei – afferma la relatrice Judith Sargentini (Verdi/ALE) -. I leader europei devono ora assumersi le proprie responsabilità e smettere di guardare dall’esterno, poiché lo Stato di diritto viene distrutto in Ungheria. Per un’Unione costruita su democrazia, Stato di diritto e diritti fondamentali, ciò è inaccettabile”.
La proposta di decisione del Consiglio, approvata oggi, sarà trasmessa agli Stati membri dell’UE. Questi possono, deliberando a maggioranza di quattro quinti, determinare l’esistenza di un chiaro rischio di grave violazione dei valori dell’UE in Ungheria. Il Consiglio dovrebbe prima ascoltare le opinioni delle autorità ungheresi. Ogni eventuale decisione deve ricevere il consenso del Parlamento. Gli Stati membri possono anche decidere di rivolgere raccomandazioni all’Ungheria affinché affronti la situazione di rischio.
In una fase successiva, il Consiglio europeo (Capi di stato o di governo) può determinare, all’unanimità e con l’approvazione finale del Parlamento, l’esistenza in Ungheria di una grave e persistente violazione (e non più rischio) dello Stato di diritto, della democrazia e dei diritti fondamentali. Ciò potrebbe infine portare a sanzioni, come la sospensione del diritto di voto in seno al Consiglio dei Ministri.