ROMA (ITALPRESS) – Diversity, pari opportunità e lavoro – Diritti e nuove sfide. È il convegno organizzato dal Comitato Unico di Garanzia dell’INPS per riflettere sul tema della diversità, rispetto alle differenze in generale, di genere e riguardo alla disabilità, nel mondo del lavoro e nel sociale. All’evento, suddiviso in tre tavoli distinti per ogni tematica, per affrontare le esperienze dell’Istituto, le relative best practice, i risultati raggiunti e le prospettive future, hanno preso parte, tra gli altri: Gabriele Fava, Presidente INPS, Antonio Naddeo, Presidente ARAN, Valeria Vittimberga, Direttore Generale INPS, Diego De Felice, Direttore centrale comunicazione INPS, Micaela Gelera, membro del consiglio di amministrazione INPS, Maria Giovanna De Vivo, presidente CUG e Giuseppe Conte, direttore centrale risorse umane INPS.
Le parole del presidente dell’INPS
“Siamo diversi ma complementari e complici”, ha affermato Fava che ha riassunto tutto ciò che i partecipanti hanno detto nel corso del convegno, facendo le relative conclusioni “Come scaricare a terra queste riflessioni? C’e bisogno dell’assistenza alla donna nel reinserimento, nel mondo del lavoro e sociale. Quando c’è una donna che, superato il tumore al seno, torna a lavorare, involontariamente uno cerca di adottare accorgimenti che di fatto la mortificano. Parlo di comportamenti in buona fede, che però non fanno tornare alla donna la voglia di vivere, di confrontarsi e di fare”.
Il presidente INPS ha poi fatto la sua considerazione sulle Pari opportunità: “Siamo uguali. Non c’è distinzione. Non deve esserci alcun tipo di prevaricazione. Così è e cosi deve essere sempre di più in futuro. Da questo punto di vista tutte le manifestazioni di buone intenzioni devono concretizzarsi in fatti che escludano sempre di più queste distinzioni”. Riguardo ai Contratti collettivi ha risposto a Naddeo “È vero che gli strumenti non sono la panacea, ma è altrettanto vero che bisogna partire da questi. Quelli contrattuali sono un’ottima base di partenza per architettare e spingere sull’acceleratore, affinché le aziende e i datori di lavoro possano attuare le politiche attive a favore di queste situazioni. La contrattazione collettiva di primo e secondo livello, quindi, è un terreno fertile”.
– foto xl5/Italpress –
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