“La violenza di genere, sia nella fase di emergenza sia nelle fasi di ‘normalità’, resta sistemica e trasversale, culturalmente radicata ed è una violazione dei diritti umani tra i più diffusi e gravi”. Così è intervenuta la presidente della commissione regionale Pari opportunità Rosanna Pugnalini alla presentazione del dodicesimo rapporto sulla violenza di genere in Toscana che si è tenuto sulla piattaforma zoom regionale e al quale hanno partecipato, tra gli altri, Silvia Brunori dell’osservatorio sociale regionale e le due neo-assessore Serena Spinelli e Alessandra Nardini.
Pugnalini ha poi parlato dell’importanza del rafforzamento delle reti territoriali per la prevenzione e il contrasto alla violenza di genere, “vorrei ricordare – ha detto – che la Toscana aveva già una propria legge, la L.59, già dal 2007, quando nel Paese si parlava ancora poco di questa terribile tragedia che è il femminicidio”. E poi i dati, dal 2006 al 2019 in Toscana si contano 117 femminicidi, prima causa di omicidio di donna e negli ultimi dodici mesi, 5 sono le donne uccise per motivi di genere, tre delle quali oltre i 70 anni e nella maggior parte dei casi o esiste una relazione intima al momento del femminicidio oppure si tratta di un rapporto concluso. Nel rapporto poi si traccia una fotografia del sistema di supporto toscano, si ricorda che 24 sono i centri antiviolenza presenti nella regione con una presenza capillare di sportelli territoriali che determina 95 punti di accesso sull’intero territorio regionale. Dal 1010 al 2019 in Toscana sono 26mila e 4 le donne che si sono rivolte a questi centri. La fotografia delle donne che hanno chiesto aiuto nel 2019 è soprattutto di donne italiane tra i 30 e i 49 anni con un titolo di studio superiore. La forma di violenza più diffusa è quella psicologica, sempre presente anche in casi di violenza fisica. Le donne straniere riferiscono maggiormente di violenze fisiche mentre le italiane di stalking.
Pugnalini ha ribadito l’importanza del rapporto annuale che “resta un appuntamento quasi unico nel panorama italiano e permette una migliore valutazione delle politiche che anno dopo anno tutti i soggetti cercano di mettere in campo. Soggetti che collaborano su vari livelli, sociale e sanitario, che vede coinvolti oltre ai centri antiviolenza e alle case rifugio, il codice rosa, le forze dell’ordine e il sistema giudiziario, quello educativo e della formazione e tanti altri soggetti, sia privati che pubblici, fa della nostra regione una delle più all’avanguardia”. Infine, la presidente uscente chiede di porre attenzione alla legge 16 del 2009 sulla cittadinanza di genere e al suo finanziamento e lascia in eredità un appuntamento programmato ma che è stato impossibile realizzare a causa dell’emergenza covid: quello dedicato agli stati generali degli organismi di parità.
Pari opportunità, dodicesimo rapporto sulla violenza di genere al consiglio regionale della Toscana
Vuoi pubblicare i contenuti di Italpress.com sul tuo sito web o vuoi promuovere la tua attività sul nostro sito e su quelli delle testate nostre partner? Contattaci all'indirizzo [email protected]