PALTRINIERI D’ARGENTO NEI 1500 SL AI MONDIALI

Tre argenti, quattro bronzi e dodici medagliati; sette quarti posti agrodolci, 36 primati personali con 17 record italiani e 5 migliori prestazioni in tessuto. L’Itallnuoto chiude da protagonista la 14esima edizione dei Mondiali in vasca corta, ad Hangzhou, in Cina, con l’argento in apertura di Gregorio Paltrinieri nei 1500 stile libero e il bronzo della 4×100 mista femminile in chiusura. Non basta, purtroppo, il secondo tempo della carriera a Paltrinieri per tornare a vincere il titolo iridato. Il primatista mondiale in 14’08″06 (passaggi ai 400 in 3’44″02 e 800 in 7’31″33) cede a Mykhailo Romanchuk, che l’aveva già battuto agli europei di Copenhagen nel dicembre scorso: 14’09″14 contro 14’09″87 al termine di una gara strepitosa, ovviamente la più veloce della storia. Il campione di tutte le vasche (olimpico, bimondiale e trieuropeo in lunga, bieuropeo e mondiale in corta) attacca subito, nuota addirittura sotto al record mondiale per due terzi di gara coi passaggi ai 400 in 3’43″01 e 800 in 7’30″31, record italiano (prec. 7’31″18 di Federico Colbertaldo, oro col primato europeo agli europei di Manchester nel 2008). L’ucraino, vicecampione mondiale ed europeo in lunga, resta a una misura fino ai 1000 metri quando l’azzurro perde gradualmente di efficacia, accorcia la bracciata, e subisce la regolarità del ventiduenne di Rivne che risale e si mette in modalità sorpasso negli ultimi 200 metri. Paltrinieri non ci sta, risponde bracciata su bracciata, ma perde il confronto in velocità finché cede nell’ultima vasca: 25″84 contro 27″16. Il duello, seppur amaro per il nuoto italiano, esalta la prestazione di entrambi, basti pensare che bronzo è conquistato dal norvegese Henrik Christiansen in 14’19″39. Lontanissimo. “Da una parte sono contento perché non avvicinavo il primato mondiale da quando l’ho stabilito. E’ un supertempo. Mi conforta e trasmette sicurezza anche in relazione al lavoro che sto svolgendo. Ne avevo bisogno perché agli europei della scorsa estate ero arrivato in ottima forma, ma non ho potuto dimostrarlo perché mi sono ammalato – spiega il 24enne di Carpi, tesserato per Fiamme Oro e Coopernuoto, che stabilisce il record italiano al passaggio degli 800 stile libero – Il risultato finale ovviamente mi scoccia. Secondo me potevo vincere. Probabilmente nella fase centrale non ci ho creduto abbastanza. Non dico che mi sia accontentato, anzi. L’ho tirata dall’inizio alla fine. Mi sono presentato sul blocco cattivo, agguerrito, deciso come non mai. Ho impostato la gara come volevo, però nella fase centrale probabilmente ho avuto paura di tirare troppo, di forzare e perdere energie. Potevo osare di più e non ne ho mai avuto paura. Mi è mancata sicurezza. Credo che se avessi spinto ancora di più intorno ai 600 metri avrei ammazzato la gara. Gli avrei dato cinque secondi. Considerato che non ho avuto momenti di crisi nel prosieguo, avrei dovuto provarci. Invece mi è rimasto attaccato a un paio di secondi ed è riuscito a risalire. Poi allo sprint so che ne ha più di me. Dovevo staccarlo prima”. Per Paltrinieri è la quarta medaglia iridata consecutiva dopo l’argento a Istanbul nel 2012 in 14’31″13, l’oro a Doha nel 2014 in 14’16″10 e l’argento a Windsor 2016 in 14’21″94. “La gara è stata tirata, bella. Dispiace aver perso – conclude Paltrinieri, che ha scaricato un po’ di rabbia al tocco lanciando la cuffia lontano con un gesto di stizza –  So che Romanchuk ha una chiusura strepitosa, alla Sun Yang. In prospettiva futura è un’altra indicazione su come impostare le gare contro l’ucraino. Tirare ancora di più nel mezzo per evitare il suo ritorno nel finale. La vasca corta, seppur abbia il record del mondo, non mi è mai piaciuta moltissimo. Il lavoro sta pagando. Il lavoro svolto in Australia sta emergendo gradualmente andandosi a fondere con quello quotidiano. Sto tornado ad altissimi livelli”. “Sono molto contento per la prestazione – dichiara il tecnico federale Stefano Morini, che ne segue la preparazione al centro federale di Ostia dall’autunno del 2010 – Gregorio aveva la voglia di uccidere la gara nella prima metà e le energie per riuscirci. E’ chiaro che non ha le caratteristiche e le capacità di cambiare repentinamente ritmo nel finale; pertanto è consapevole di dover arrivare agli ultimi 200 metri con un vantaggio da porter gestire. L’argento è amaro, ma il tempo è eccezionale. Da tre anni non si nuotava così bene in vasca corta ed è un messaggio chiaro, confortante e stimolante per la stagione in vasca olimpica”. In coda il colpo di scena. La staffetta mista femminile conquista la medaglia di bronzo in 3’51″38, record italiano, approfittando della squalifica dell’Australia. Medaglia inedita: 50esima internazionale di Federica Pellegrini nella sua straordinaria carriera e 50esima per il nuoto italiano dal 1993 ad oggi: 6 ori, 25 argenti e 18 bronzi. Le azzurre buttano giù 1″5 al precedente che il Circolo Canottieri Aniene aveva nuotato in Coppa Brema a Riccione lo scorso aprile. Di quella squadra facevano parte già Pellegrini in versione dorso ed Elena Di Liddo. Questa volta invece apre Margherita Panziera (Fiamme Oro) che va al di sopra del personale nuotato in batteria (57″23 contro 58″39) per un settimo posto che Martina Carraro trasforma in quarto in 1’04″47. Posizione mantenuta da Di Liddo in 56″41 e dalla divina che chiude in 52″11 tenendo a distanza il Giappone (3’51″81). L’Australia paga il cambio anticipato in terza frazione di Emily Seebohm e lascia il podio alle azzurre che lo completano con gli Stati Uniti (3’45″58) e la Cina (3’48″80). Da mangiarsi le mani, invece, la finale dei 100 farfalla. Ilaria Bianchi si piazza per otto centesimi ai piedi del podio: 56″39 (26″31 ai 50) contro il 56″31 della brasiliana Deiene Dias, bronzo. Elena Di Liddo è quinta in 56″50 (26″09 ai 50), ma col record italiano di 56″06 nuotato in semifinale sarebbe stata argento, che invece va agli Stati Uniti che ne piazzano due avanti a tutte: Kelsi Dahlia (già argento nei 200 farfalla e bronzo 50 farfalla), in 55″01, e Kendyl Stewart, in 56″22. “Non mi aspettavo di arrivare quarta – racconta la 28enne di Fiamme Azzurre e Azzurra ’91, allenata da Fabrizio Bastelli – Sono felice per il tempo, triste per i pochi centesimi che mi separano dal podio. Era parecchio che non nuotavo così bene, finalmente si sono sbloccate le gambe. Va bene, è un ottimo punto da cui ripartire”, conclude l’azzurra che solo nel 2012, quando è stata campionessa mondiale ed europea della distanza, aveva nuotato più velocemente.
(ITALPRESS).

 

 

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