PAC, LA VIA “NO A TAGLI E A RINAZIONALIZZAZIONE”

La Pac post 2020 torna al centro del dibattito: in commissione Envi si è votato il progetto di parere, per disciplinare e migliorare “l’unica vera politica comune dell’Unione”, sottolinea il relatore per la Commissione ambiente, l’eurodeputato Giovanni La Via (FI/PPE). “Se da una parte bisogna tenere conto delle peculiarità dei territori, dall’altra un’eccessiva flessibilità lasciata ai singoli Stati rischierebbe di indebolire la natura europea della politica agricola. No, quindi, alla rinazionalizzazione, e a possibili differenze di trattamento, a parità di lavoro e attività, degli agricoltori. Abbiamo detto no, e lo abbiamo ribadito in tutte le sedi – rivendica l’eurodeputato siciliano – anche ai tagli ai finanziamenti nel bilancio UE pluriennale, che penalizzerebbero in particolare l’agricoltura, principale fonte economica di molti territori, e il reddito dei nostri agricoltori. È un ‘veto’ secco che abbiamo posto, perché consapevoli dei problemi di un settore in crisi in aree come la Sicilia”.

“Inoltre – prosegue – la futura PAC vuole dare la precedenza alle piccole e medie aziende e incoraggiare i giovani agricoltori ad avviare una propria attività”. L’accento, ovviamente, va dato alle novità relativa all’anima “verde” della PAC. “Gli agricoltori svolgono un ruolo fondamentale nella lotta contro i cambiamenti climatici, nella tutela dell’ambiente e nella salvaguardia dei paesaggi e della biodiversità. Nella proposta oggi approvata, gli agricoltori avranno la possibilità di dare un ulteriore contributo verso questi obiettivi, e di essere ricompensati se andranno oltre i requisiti obbligatori. Si creano nuovi regimi ecologici, obbligatori per gli Stati Membri, ma volontari per gli agricoltori, per sostenerli e incentivarli ad adottare pratiche agricole benefiche per il clima e l’ambiente – prosegue La Via -. In generale abbiamo raggiunto un bilanciamento tra gli obiettivi economici, ambientali e sociali della PAC, come pure una maggiore semplificazione, lavorando su circa 1800 emendamenti, ma non concordo con la scelta della maggioranza dei colleghi di cancellare le misure di promozione sui mercati dei vini e di altri prodotti agroalimentari dell’Unione, eliminando anche i finanziamenti alle azioni volte a sensibilizzare i consumatori sui regimi di qualità dell’Unione”.

“Ritengo sia un grave errore politico, che dovremo correggere con il voto in Commissione Agricoltura e, soprattutto, in plenaria – conclude l’eurodeputato -. La disponibilità di cibo sicuro, insieme a una produzione sostenibile, dovranno garantire la competitività della politica comune dell’Unione e il reddito dei nostri agricoltori”.

 

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