Si fa sempre più acceso lo scontro tra il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, ed il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, e si susseguono le prese di posizione a favore dell’uno e dell’altro. Unica voce fuori dai rispettivi cori quella del presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gianfranco Miccichè, di Forza Italia.
“Penso che quella di Orlando sia un’iniziativa buona, quasi obbligatoria qui in Sicilia – sostiene Miccichè -. Noi siciliani siamo un popolo di 60 milioni di persone di cui 55 sono emigrate. E’ chiaro che leggi contro l’immigrazione a noi siciliani fanno male. Sulla ‘Diciotti’ la famosa nave, vidi che c’erano tutte persone ferite con armi da fuoco. Erano persone che avevano subito la guerra ed erano scappate. Ma come si fa a dire di no a persone che scappano dalla guerra solo perché sono nere? Mi piacerebbe che in Forza Italia si aprisse un dibattito sull’argomento perché secondo me continuare ad andare appresso alle posizioni della Lega non può che fare male al nostro partito”.
“Sono d’accordo – aggiunge – sul fatto che bisogna rispettare le leggi, però ricordo che magari in Italia in qualche periodo si è stati costretti a rispettare le leggi razziali, il che – conclude – non significa che fossero leggi buone o positive. Per cui se ci si ribella a leggi fatte male penso che sia un fatto meritorio”.
Dichiarazioni che hanno fatto insorgere il deputato di Forza Italia, Giorgio Silli, responsabile immigrazione del partito. “Qualcuno chiarisca a Gianfranco Miccichè che contesta le parole legittime del Presidente della Consulta Mirabelli, che Forza Italia ha votato, convintamente, il decreto sicurezza – dice il parlamentare, intervenendo nel dibattito – perché contenente norme di buon senso per il contrasto all’emergenza immigrazione, grave la responsabilità della sinistra negli ultimi anni, nonché per un cambio metodologico nell’approccio alla gestione del fenomeno soprattutto per comuni e enti locali che negli anni hanno caricato sulle loro spalle costi insostenibili”.
“È ora – aggiunge Silli – di assumersi responsabilità con i nostri elettori e chiarire loro, spaesati e frastornati, visto che si tratta di una battaglia di tutto il centrodestra, dove sta andando e cosa sta succedendo in questo partito”.
Al fianco di Leoluca Orlando si sono schierati diversi sindaci, tra cui quelli di città come Napoli, Firenze e Parma, a cui si è rivolto il vicepremier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini. Se i sindaci che contestano il decreto Sicurezza e Immigrazione “pensano di intimidire qualcuno hanno trovato il ministro sbagliato e il governo sbagliato. Non mollo di un millimetro. Se c’è una legge approvata dal Parlamento e firmata da Mattarella si rispetta”, sottolinea Salvini, che aggiunge: “Troppo facile applaudire Mattarella e due giorni dopo sbattersene”, aggiunge.
E con un post pubblicato sulla propria pagina Facebook, il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, ribatte “alle critiche e alle minacce” del vicepremier, Matteo Salvini, ricordando quando lui, da leader della Lega, invitava i sindaci Leghisti a non applicare la legge. Riportando un’immagine di Salvini “che incitava a non celebrare le Unioni civili”, Orlando torna sulla questione della disposizione impartita agli uffici per non applicare una parte del Decreto Sicurezza.
“La differenza fra me e Salvini – afferma Orlando – a conferma del fatto che giochiamo su piano differenti e con regole differenti, è che io stesso mi rivolgerò al Giudice Civile per sollevare la questione della incostituzionalità di una parte del Decreto Sicurezza. Questo vuol dire rispettare la legge tramite la legge. Non è questione di diritti dei migranti o di porte aperte a tutti, è una questione di diritti umani e civili per tutti, è questione di rispetto della Legge costituzionale che è garanzia per tutti i cittadini, italiani e non”.
Per Orlando, “oggi si comincia coi migranti e domani si prosegue con gli altri. I regimi, tutti i regimi della storia hanno sempre avuto inizio con una legge razziale disumana spacciata per legge sulla sicurezza”.