Orchestra Sinfonica Siciliana, omaggio alla musica spagnola con Tebar

PALERMO (ITALPRESS) – Sono le atmosfere sonore e fokloriche spagnole a nutrire il programma musicale dei prossimi concerti dell’Orchestra Sinfonica Siciliana, nell’ambito della 65a Stagione 2024/2025, venerdì 14 febbraio (ore 21) e sabato 15 febbraio (ore 17.30) al Politeama Garibaldi.
Sul podio lo spagnolo Ramòn Tebar che, forte delle sue origini e della lunghissima esperienza sul podio delle più importanti orchestre della penisola iberica, condurrà un variegato viaggio attraverso pagine di autori iberici come Ruperto Chapì, Enrique Granados o Manuel de Falla, o di altre nazionalità ma affascinati dal repertorio tradizionale di questo paese, come nel caso di Georges Bizet e della sua Carmen.
Il programma si apre con il preludo da La revoltosa (La ribelle), zarzuela di Ruperto Chapì. La zarzuela è un genere operistico spagnolo, nato nel XVII secolo nel Palacio de la Zarzuela di Madrid in cui coesistono parti cantate e recitate, simile al Singspiel tedesco e all’Opèra-Comique francese. Dopo un declino nel Settecento, rifiorì nell’Ottocento grazie al nazionalismo musicale, evolvendosi nella “zarzuela grande” grazie a Francisco Barbieri. La zarzuela è un simbolo della cultura musicale spagnola, legando tradizioni popolari e innovazioni compositive. Autori come Ruperto Chapì e Gerònimo Gimènez contribuirono al genere con opere memorabili come La revoltosa e La boda de Luis Alonso, di cui si ascolterà l’intermezzo. Enrique Granados e Manuel de Falla invece sono autori molto noti anche al di fuori della Spagna, dei quali in programma ci sono estratti dalle opere Goyescas e La vida breve, quest’ultima premiata nel 1905 ma rappresentata anni dopo in Francia e Spagna. Anche El amor brujo di Falla, riorchestrato per ottenere una maggiore accoglienza in sala da concerto, era originariamente scritto per Pastora Imperio, cantante e ballerina di flamenco di grande successo:, la Danza rituel del fuego è il brano musicale più celebre, caratterizzato da ritmi ancestrali e quasi “barbarici”.
“Oserò dire che nessuno spagnolo è riuscito in un modo più genialmente autentico a darci meglio di Chabrier, la versione di una Jota gridata come ne canta il popolo d’Aragona nelle ronde notturne». Questo entusiastico giudizio di Manuel De Falla mette ben in evidenza il valore musicale della rapsodia España di Emanuel Chabrier, ispirata da un viaggio in Spagna effettuato dal compositore con la moglie dal mese di luglio a dicembre del 1882.
Come è accaduto per molti altri capolavori del teatro musicale, anche Carmen di Georges Bizet non ebbe, alla sua prima rappresentazione avvenuta il 3 marzo 1875 all’Opèra-Comique di Parigi, un’accoglienza tale da far presagire la straordinaria fortuna di cui avrebbe goduto in seguito. Il benpensante pubblico parigino, saldamente ancorato al moralismo e al perbenismo della borghesia che proprio in quel periodo celebrava i suoi fasti, rimase scandalizzato dal soggetto dell’opera che i librettisti Meilhac e Halèvy trassero da una novella di Mèrimèe, in cui tutti i valori borghesi dell’Ottocento romantico venivano sistematicamente smascherati e il lieto fine, tipico di quel genere teatrale, era disatteso per la morte della protagonista per mano del suo gelosissimo amante Don Josè. L’opera, che conobbe il successo già nell’autunno dello stesso anno in una rappresentazione a Vienna con i dialoghi parlati sostituiti con recitativi da Guiraud, è stata oggetto di suite, trascrizioni e rivisitazioni, in questo caso realizzate proprio dallo stesso Guiraud.

– Foto: Ufficio stampa Foss –

(ITALPRESS).

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