Dicono che se Spalletti perdesse e finisse out sarebbe capace di dimettersi. E dicono che al suo posto potrebbe arrivare De Zerbi. Dico che se la nonna avesse le ruote sarebbe una carriola. Ma accetto – per discuterla – una versione più concreta: Spalletti resterebbe comunque perchè ha già detto che il suo obiettivo è il Mondiale perchè bla bla bla bla bla (Spallettone è fortissimo nel bla bla). E’ credibile perchè io so – per mia esperienza – che in questo bel mondo pochi sanno che conquistare un Europeo è molto più difficile che vincere un Mondiale. Mentre al torneo planetario si presentano anche squadre di Paesi calcisticamente modesti, l’Europeo è la rappresentazione del calcio migliore. Ricordo che negli Ottanta Artemio Franchi, presidente dell’Uefa, ebbe uno scontro durissimo con Joao Havelange, presidente della Fifa, che spalancava le braccia all’Africa per averne i voti. A un certo punto il grande Franchi disse: “Siamo pronti a rompere, invitiamo Brasile, Argentina e Uruguay e il Mondiale ce lo facciamo da soli”. Beata ignoranza. E’ come se sottacessi un’altra verità sacrosanta: ch’è più facile vincere Mondiali e Europei di quanto lo sia cogliere con il calcio una medaglia d’oro alle Olimpiadi. Credo sia stata l’impresa più grande di Vittorio Pozzo, a Berlino, nel ’36, diventata leggendaria come Jessie Owens ma non per i suoi ori, ma perchè la sera andava a suonare l’ukulele a Casa Azzurri. Dove ogni tanto appariva Trebisonda Valla detta Ondina. Amica mia.
Non stupite, sto blableggiando anch’io, come Spallettone, perchè “sento” la vigilia e temo la Croazia. E credo che a quella squadretta sbandata dell’altra sera con i vivaci spagnoletti manchi un buon vecchio compare che sappia tenerli a bada e a sollecitarli alla battaglia; e capisco perchè Spalletti sia pronto a rimandarlo in campo: se questa Nazionale terrà botta Jorge Luis Frello Filho sarà quello che io sempre suggerisco, l’allenatore in campo. Ha 32 anni, l’azzurro più vecchio è Darmian, ma non gli affiderei la guida di una Panda. Poi sbaglierò tutto, l’importante è che non sbagli Spallettone. Ad esempio, non si preoccupi di sembrar catenacciaro, badi a vincere con ogni mezzo. E non si faccia pena di controllare Modric l’immarcabile. Lo lasci giocare per sè, se è possibile, evitando che faccia il leader in campo per la Croazia, come Cristiano Ronaldo per il Portogallo. Libero di farsi ammirare. Come disse un giorno Pesaola quando gli chiesero da chi avrebbe fatto marcare Pierino Prati:”Da nessuno, così finirà a marcare se stesso”.
Occhio alla Croazia di Dalic e Modric
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