Lavazza ha una nuova casa. Il brand del caffè leader in Italia ha infatti trasformato un intero isolato del quartiere Aurora di Torino, creando il suo nuovo quartier generale globale che è stato battezzato Nuvola. Un investimento da 120 milioni di euro per confermare la volontà del gruppo di rimanere italiano e torinese. Oltre agli uffici, un ristorante d’autore e un museo che accompagna i visitatori alla scoperta dell’universo del caffè, dei suoi rituali e della storia di successo di Lavazza nel mondo della comunicazione. Il progetto, firmato dall’architetto Cino Zucchi, dà un volto nuovo al quartiere Aurora, e riguarda trentamila metri quadrati di superfici.
“La Nuvola Lavazza contiene la nostra memoria e il nostro futuro”, ha spiegato Alberto Lavazza, presidente del gruppo. “Abbiamo voluto che Nuvola Lavazza fosse molto di più del quartier generale efficiente e innovativo di un’impresa moderna e aperta alla contemporaneità” ha aggiunto il vicepresidente Giuseppe Lavazza.
”L’attenzione massima è stata per la sostenibilità, che ha permesso ai nostri uffici di ottenere il livello Platinum, il più alto in assoluto, della certificazione Leed, il sistema che valuta l’eccellenza energetico-ambientale delle costruzioni”, aggiunge l’altro vicepresidente, Marco Lavazza.
I nuovi uffici di via Bologna 32 distano circa un chilometri da via San Tommaso 10, dove nel 1895 sorgeva la piccola drogheria in cui Luigi Lavazza iniziò la propria avventura imprenditoriale.
Nel nuovo headquarter lavorano 600 collaboratori in collegamento diretto con i più di 90 Paesi in cui l’azienda opera, all’insegna dello smart working con oltre il 90% di open space, aree quick meeting e sale riunioni tecnologiche. Il progetto di Cino Zucchi recupera e valorizza l’area dismessa dell’ex centrale elettrica nel quartiere Aurora, dove erano in funzione rumorosi macchinari, ora c’è un grande ambiente flessibile di oltre 4.500 metri quadrati pensato per produrre energia sotto un’altra forma, attraverso incontri e idee. Sulla navata laterale della Centrale, dall’8 giugno ci sarà anche il nuovo ristorante ‘Condividere’ con un concept siglato da Ferran Adrià, scenografia di Dante Ferretti e la cucina dello chef Federico Zanasi. E’ invece ispirata alla filosofia Slow Food, la nuova “mensa” Lavazza che propone un menu rigorosamente selezionato, attento alla qualità dei cibi e alla composizione nutrizionale. Sempre da giugno sarà aperto al pubblico anche il museo Lavazza, progettato dallo studio internazionale di Ralph Appelbaum, che permette di compiere un viaggio sensoriale-emotivo nella cultura globale del caffè, intrecciando il racconto con la storia della Famiglia Lavazza e, attraverso di essa, con la storia industriale italiana del XX secolo. Una tazzina di caffè interattiva, un ricco impianto multimediale e i testi evocativi scritti dalla Scuola Holden con la supervisione di Alessandro Baricco accompagnano i visitatori e permettono una fruizione personalizzata ed altamente esperienziale.
Il Museo è organizzato in cinque “gallerie”: Casa Lavazza riassume oltre 120 anni di storia, La Fabbrica si concentra sulla produzione del caffè, mentre La Piazza ne celebra il rito, L’Atelier racconta le collaborazioni creative dell’azienda e Universo invita a trovare il proprio posto nell’esperienza Lavazza. Attiguo al Museo è l’Archivio Storico Lavazza, che racchiude la memoria aziendale attraverso migliaia di documenti, storie e immagini, permettendo una ricostruzione ricca di dati, dettagli e aneddoti. Sotto la Nuvola, l’ultimo pezzo di storia, scoperto nel 2014 durante i lavori di costruzione, che hanno portato alla luce i resti di una basilica paleocristiana del IV-V secolo d.C., un’area di circa 1.600 metri quadrati che ora, grazie alla collaborazione con la Soprintendenza dei Beni Architettonici e Culturali, si mostra ai passanti attraverso un’apposita copertura e una vetrata che protegge e permette di osservare i reperti archeologici.
“La Borsa non ci interessa”
“Vogliamo arrivare a 2,2 miliardi di fatturato nel 2021, e poter continuare a guardare il menù delle acquisizioni, senza esserne parte”. Così Marco e Giuseppe Lavazza, vicepresidenti della multinazionale del caffè rispondono a chi chiede loro quali siano i programmi futuri del gruppo che nel 2017 ha fatturato 2 miliardi di euro, parlando a margine dell’inaugurazione della nuova sede a Torino.
“Il 2018 sarà di consolidamento di quanto fatto negli ultimi due anni”, spiega Giuseppe Lavazza, ricordando le acquisizioni di Carte Noire in Francia e di altri brand in Danimarca e Canada, oltre all’investimento immobiliare a Torino, operazioni che sono costate complessivamente un miliardo di euro.
“La Borsa non ci interessa, abbiamo le munizioni per muoverci”, assicura Giuseppe Lavazza, ricordando come nei prossimi due anni ci sia la possibilità di un’emissione di un bond, qualora ci fosse bisogno di ulteriori risorse per altre operazioni.
“Corteggiamenti nei nostri confronti ce ne sono sempre stati, l’importante è dire di no. Ne arrivano in continuazione. Quando hai a che fare con i player più grandi di te, devi essere convinto di quello che fai. Siamo pronti alle sfide, possiamo parlare una lingua internazionale”, aggiunge Marco Lavazza, ribadendo: “i nostri valori sono diversi dalle multinazionali”.