“Le parole più chiare sul tema le ha dette pochi giorni fa il Tribunale civile di Roma, nella sentenza con la quale ha condannato lo Stato italiano – per la seconda volta in pochi mesi – a risarcire in denaro il proprietario di un immobile occupato abusivamente dal 2009: ‘L’occupazione abusiva di un intero compendio immobiliare non lede i soli interessi della parte proprietaria, ma lede anche il generale interesse dei consociati alla convivenza ordinata e pacifica e assume un’inequivoca valenza eversiva’. E poi: ‘L’esecuzione degli sgomberi forzati può certamente determinare immediati, ma evidenti e limitati, turbamenti dell’ordine pubblico; la tolleranza delle occupazioni abusive, al contrario, può determinare situazioni di pericolo meno evidenti ma decisamente più gravi nel medio e nel lungo periodo. Tollerare simili occupazioni abusive può consentire il formarsi di ‘zone franche’ utili per ogni genere di traffico illecito’. Parole nette, che hanno il merito di mettere in chiaro le gravissime responsabilità di uno Stato che, consentendo per anni comportamenti illegali, lede i diritti costituzionalmente garantiti di proprietà e di iniziativa economica, incomprimibili, e mina le fondamenta della convivenza civile”. Così il presidente della Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, in un intervento su Il Tempo.
“Creando, in più, anche tanti ‘danni collaterali’: sfiducia dei cittadini, perdita di sicurezza, degrado, deprezzamento dei valori immobiliari, allontanamento di possibili investitori. La speranza – aggiunge – è che questo nuovo orientamento della magistratura spinga anche la politica a invertire la rotta seguita fino a oggi”.
“I proprietari non hanno tutele e il nostro sistema legislativo è, di fatto, più garantista con chi occupa che con chi subisce l’occupazione. A peggiorare il quadro, poi, è arrivato di recente il cosiddetto ‘decreto sicurezza’, che con il suo articolo 11 ha in sostanza attribuito ai prefetti il potere di mettere in discussione i provvedimenti dell’autorità giudiziaria, condizionando l’impiego della forza pubblica – indispensabile per l’esecuzione dei provvedimenti del giudice – alla preventiva valutazione di elementi come ‘la tutela dei nuclei familiari in situazioni di disagio economico e sociale’, ‘i possibili rischi per l’incolumità e la salute pubblica’, ‘i livelli assistenziali che devono essere in ogni caso garantiti agli aventi diritto dalle regioni e dagli enti locali’, e via elencando. La tutela del diritto di proprietà non può essere negata per risolvere problemi di cui è il sistema pubblico che deve farsi carico. Altrimenti, a porsi fuori dalla legalità è anche lo Stato”, conclude.