Non disturbate il Toro che sogna, Gabbia-gol ‘liberà Fonseca

Se dico “è un bel campionato”, lo dico per il Toro primo in classifica, il Toro primo amore al quale non voglio arrecare disturbo mentre sogna. Mi auguro di aver tempo per valutarne la solidità. Poi devo onorare anche il combattuto Derby milanese che ha ravvivato il torneo prima con una nobile voglia di sfida fra tenori – Lautaro, Thuram, Leao, Morata – senza acuti da Scala offrendo tuttavia il meglio del meglio, la sorpresissima, l’assolo spettacolare e vincente del Milan con Matteo Gabbia. Sì, fate pure il titolo “Inter in gabbia” ma è più importante quest’altro: “Fonseca è libero”.
Stavamo accontentandoci dei gol bellissimi realizzati da Pulisic – l’americano che vivacizza lo spento attacco del Milan e salva il povero Fonseca – e da Dimarco, per l’Inter un motore da Formula 1 che mi rammenta un altro interista storico per concretezza, mai divo, Gianfranco Bedin.
Non è comunque un bel campionato. Sul piano tecnico e spettacolare ha fatto più effetto il primo turno di Champions.
Come se non fossimo legittimi discendenti di un torneo che anni fa era definito “il più bello del mondo”, come ha dimostrato il corale ricordo di Schillaci negli stadi d’Europa, particolarmente intenso e commovente quello del Bernabeu che il Real ha affidato a un’immagine struggente di Totò e alla musica di Ennio Morricone. C’era una volta.
La spaccatura della Champions, con cinque squadre privilegiate, fa notare una coda particolarmente infelice, con un pugno di squadre già in crisi. Ma quello che disturba non è tanto la qualità del gioco, largamente preceduta dal dramma dell’Italia in Europa: è la povertà di gol. Protagonista del dramma, la Juventus, ch’è poi è stata l’unica protagonista felice del primo turno di Champions, tripletta al PSV con quel capolavoro di Yildiz. Motta sta lavorando bene ma quando con il Napoli sostituisce nella ripresa Vlahovic con Weah non fa un’asinata, si limita a sostituire…l’asinello, lo stesso che irritava Allegri, notoriamente appassionato di cavalli. La Juve in sostanza non sta benissimo e Conte non ha approfittato della situazione, soprattutto dopo avere notato nei primi minuti che la Signora ostentava una sola sicurezza, Di Gregorio. E quando il portiere è il migliore in campo non tira aria buona. Ma non stupisca, la mancata ferocia di Conte: si è accontentato perchè un pareggio strappato al club che ha la miglior difesa vale un successo.
Roma è in prima pagina finalmente con una vittoria della Magica, ma la notizia che pesa è lo sdegno del tifo, l’addio della madonna greca, la mal’accoglienza a Juric come se fosse un abusivo mentre i giocatori in campo si son fatti in quattro per lui, dimostrando che di De Rossi – esonerato probabilmente già…a giugno, confermato di malavoglia per accontentare il popolo – non gliene fregava niente. La storia – non dimentichiamolo – la scrivono loro. E in verità la peggior storia di Roma è la Lazio. Letteralmente anonima da quando ha perduto Sarri, uno che non poteva fare il guardaspalle di Lotito, ieri presidente pallonaro abilissimo e gajardo, oggi senatore là dove prima o poi potrebbe apparire il cavallo di Caligola.
Italo Cucci ([email protected])
(ITALPRESS).

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