NO TAX AREA, URICCHIO “PRIORITÀ AL DIRITTO STUDIO”

L’Università di Bari ha deciso attraverso il nuovo Regolamento sulla contribuzione studentesca per l’anno accademico 2018/2019, approvato ieri dagli Organi di Governo di estendere la No Tax Area e allargando, di fatto la platea degli studenti che godono di esonero totale dal pagamento dei contributi universitari, in modo da favorire le iscrizioni e garantire maggiormente il diritto alla studio. Il risanamento delle finanze e la consapevolezza delle difficoltà delle famiglie dei propri studenti, hanno indotto l’Ateneo ad elevare a 18mila euro la fascia di esenzione, ben oltre la soglia normativamente prescritta che è pari a 13mila euro.

“L’estensione della No Tax Area – ha detto ai giornalisti in mattinata a margine della conferenza su ‘I Cenacoli del Libro’ il rettore, Antonio Uricchio – riflette una forte politica del nostro Ateneo di valorizzazione degli studenti posti al centro della nostra comunità accademica e – ha continuato – di affermazione della priorità del diritto allo studio, soprattutto per i meritevoli senza mezzi. Abbiamo via via elevato la No Tax Area – ha spiegato – giungendo a una delle soglie più alte del nostro Paese, ben 18mila euro ISEE. Questo – ha sottolineato Uricchio – consentirà a un numero sempre crescente di studenti, abbiamo stimato circa 13mila, di poter frequentare il nostro Ateneo senza avere oneri di carattere contributivo e quindi ci allinea all’esperienza anche di molti Paesi Europei, in cui l’Università è gratuita, penso – ha aggiunto – alla Germania. Ma è soprattutto un’occasione – ha ribadito il rettore – anche per la nostra Università di affermare con forza la priorità del diritto allo studio, in un’area come quella Meridionale che ha registrato negli ultimi tempi una riduzione del numero dei laureati. Vorremmo invertire la rotta – ha annunciato – e farlo anche attraendo maggiori studenti. Lo scorso anno abbiamo avuto un incremento del numero degli studenti di 2,8% . Ci auguriamo – ha aggiunto – di poter continuare a crescere e queste azioni, sono azioni di sostegno dei territori, soprattutto nel contesto storico in cui ora viviamo, caratterizzato da una riduzione del numero dei laureati delle aree Meridionali, che sono quelle che pagano nel confronto europeo anche un dato ancora preoccupante. Il numero dei laureati – ha concluso – è al di sotto della media europea e ci colloca subito dopo la Romania”.

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