NICCHI “VAR? QUALCHE SBAVATURA C’E’ STATA”

“Finalmente siamo ripartiti, quando manca il calcio siamo tutti disorientati. Gli arbitri stanno bene, hanno lavorato molto in questo periodo di riposo per gli altri, ieri abbiamo ricominciato positivamente al netto di qualche sbavatura che ci può stare”. Così il presidente dell’Aia, Marcello Nicchi, ai microfoni di Radio anch’io Sport su Rai Radio 1. “Ci sono tre cose di cui dobbiamo smettere di parlare – spiega il numero uno degli arbitri italiani – Una è la Var, che è diventato una argomento da bar, poi il problema vergognoso del razzismo, da debellare in tutti i modi, l’altro è la violenza, dove abbiamo fatto passi da gigante per cercare di prevenire e reprimere. Queste tre cose girano insieme, quindi ognuno deve fare il proprio compito”. Sull’idea di Fabio Capello di far sedere in campo la squadra qualora ci siano dei ‘buu’ razzisti: “Non si può fare, anche in questa fattispecie ci sono dei regolamenti che sono stati spiegati bene. Se non vanno bene, si cambiano: l’unico che può sospendere una gara è l’addetto alla forza pubblica presente sugli spalti di Serie A. Se un allenatore assume l’iniziativa di prendere una squadra e andarsene – aggiunge Nicchi – la partita è finita, perché non può interromperla un calciatore o un allenatore”.”La Var si può migliorare ma indietro non si torna, attenzione che non diventi un boomerang o un alibi – aggiunge il capo dell’Assoarbitri – Un bilancio sulla Var? Darei una sufficienza perché qualche sbavatura c’è stata, ogni volta che si puo’ bisogna utilizzarla. Bisogna evitare le proteste perche’ sono inutili e lasciare lavorare gli arbitri. A cosa serve il capitano se vediamo l’arbitro circondato da quattro-cinque giocatori a due minuti dall’inizio della partita?”. Il presidente dell’Aia chiude poi le porte all’utilizzo del Var in Serie B: “Ad oggi non è possibile perché non abbiamo la forza arbitrale istruita per farlo. Se applicassimo la Var in una partita non sarebbe un problema, ma in una sola, perché per farlo in un campionato serve prima l’autorizzazione della Fifa e poi una sperimentazione. L’istruzione agli arbitri si fa anche velocemente, ma non abbiamo la forza tale per utilizzare la Var. Serve poi trovare un provider che ti fornisca gli strumenti per adottarla e questo è un discorso che economicamente riguarda Figc e Lega”. Circa la possibilità che i direttori di gara spieghino le loro decisioni, per Nicchi “è un sogno. Bisogna metterci nelle condizioni di farlo. Ma siamo in Italia, se all’estero succedessero certe cose chiuderebbero gli stadi. Ma quando gli allenatori dicono di pretendere rispetto, o che non parlano di arbitri e poi, a partita persa, inizia la solita musichetta contro gli errori arbitrali, poi alcuni dicono che la partita è finita 2-2 e non 2-1, con dirigenti che parlano di malafede o con chi parla ancora di sudditanza…. Lo scenario è questo: se non ci si mette tutti d’accordo che esiste un momento per giocare e per parlare… Noi non ci sentiamo inattaccabili, ammettiamo gli errori ma i nostri atteggiamenti influiscono in 11mila partite settimanali, con ragazzi picchiati sui campi di prima categoria”. Nicchi, infine, torna sull’arbitraggio di Banti in Supercoppa: “Da spettatore ho guardato una partita godibile, un arbitraggio normale. Poi c’è  stato il mezzo episodio e ne discutiamo, ma buttare via l’acqua sporca col bambino è cosa da non fare”.

 

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