La stagione degli arbitri “merita un’ampia sufficienza, anche qualcosa di più: io darei un 7”. Marcello Nicchi promuove i suoi ragazzi. Anche se “siamo in piena volata perchè la stagione non è finita, siamo contenti e soddisfatti, le cose stanno andando bene e gli arbitri stanno facendo il loro lavoro in un crescendo inaspettato – ci tiene a sottolineare il presidente dell’Aia ai microfoni de ‘La Politica nel Pallone’ su Gr Parlamento – Cosa ci ha insegnato questa stagione? Che non bisogna mai abbassare la concentrazione finchè non arriva il triplice fischio, è il nostro credo. Le partite non durano più 90 minuti ma si va ben oltre e spesso gli episodi capitano nei momenti di recupero ma oramai ci siamo abituati: l’arbitro sa che deve sempre aspettarsi di tutto”. Le critiche non sono mancate “ma quando non sono polemiche, se sono costruttive, è grasso che cola”, assicura Nicchi, soddisfatto anche di come il designatore Rizzoli abbia gestito alcune criticità. “Dopo un anno di accettazione della Var, da un lato ci sono state le pretese di chi non accettava che un arbitro sbagliasse anche un fallo laterale, dall’altro le disposizioni internazionali degli ultimi Mondiali avevano fatto pensare che fosse cambiato il protocollo ma il designatore è stato bravo a riportare l’attenzione sul protocollo stesso e gli arbitri hanno riacquistato serenità e tranquillità e i risultati si vedono”. Gli errori ci sono, “lavoriamo per ridurli e siamo vicini ad azzerarli. Serve uniformità che si raggiunge con la costanza, col lavoro di tutti i giorni e con l’accettazione di uno strumento che è di tranquillità per gli arbitri e di giustizia per giocatori e società”. E a questo proposito il presidente dell’Aia tira le orecchie a quanti “si sono fatti ammonire stupidamente per proteste per delle cose minimali. Questo ha fatto alzare la tensione, poi riportata al giusto livello grazie al lavoro di Rizzoli”. E a proposito della conferma del designatore, “lo decideremo al 30 giugno, a fine stagione, ma mi permetto di dire che sarà così”. Si ripartirà dunque da qui, verso una prossima stagione sulla quale si sta già lavorando. “Perdiamo due arbitri importanti come Banti e Mazzoleni ma abbiamo una crescita dei giovani molto positiva. Chiediamo però la collaborazione di tutti – insiste Nicchi – Bisogna remare tutti dalla stessa parte, stare sereni e tranquilli perchè può sfuggire qualcosa agli arbitri ma con l’aiuto della tecnologia saranno di piena garanzia per tutti”. Il presidente dell’Aia auspica “un aumento della cultura sportiva: o si ha fiducia negli arbitri, che sono bravi, lavorano e si impegnano, o non si va da nessuna parte”. Per Nicchi è “inutile andarsi a prendere il giallo o il rosso per protesta quando l’arbitro va al monitor e la Var lo corregge o gli conferma la decisione”, e sulla possibilità di rendere obbligatori gli incontri con società, capitani e allenatori, rincara la dose: “Inutile spiegare le regole se poi non le accetti”. Certo, su alcune casistiche servono indicazioni migliori dall’alto (“Spero che sul fallo di mano venga fatta chiarezza”), ma gli arbitri italiani stanno facendo del loro meglio e la sala Var in allestimento a Coverciano contribuirà a migliorare le cose. A tal riguardo, Nicchi conferma la volontà di “creare un corpo specifico in cui gli arbitri che smettono ma che hanno dimostrato di essere dei bravi ‘varisti’ saranno utilizzati, ci saranno degli specialisti della Var”. Nelle scorse ore, inoltre, il presidente dell’Aia ha annunciato che con l’arrivo della Var Room sarà possibile interrogare gli arbitri dopo le partite “ma non saremo lì per farci fare domande su errori ma per rispondere a dei quesiti tecnici che possono emergere, per chiarire”. Poi un pensiero alla ragazza arbitro di Mestre pesantemente offesa: “Una cosa vergognosa, quella gente va radiata e così le società che non hanno controllo su questi ragazzi perchè rovinano tutto il calcio. Andrebbero intervistati anche i genitori perchè non so come questi ragazzi siano stati cresciuti”.
NICCHI PROMUOVE ARBITRI “MERITANO UN BEL 7”
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