Secondo l’Istat l’economia italiana continua a essere caratterizzata da una prolungata fase di bassa crescita della produttività. Nel periodo 2014-2018, in Italia la produttività del lavoro, misurata in termini di ore lavorate, è aumentata in misura contenuta (+0,3% la crescita media annua), con un ampliamento del divario rispetto all’area euro (+1,0%). In particolare, nel 2018 la produttività del lavoro è diminuita dello 0,3%, sintesi di una crescita delle ore lavorate (+1,3%) superiore a quella del valore aggiunto (+1,0%). L’andamento della produttività si lega con la dinamica particolarmente modesta dei ritmi produttivi che si estende anche all’anno corrente. Nel terzo trimestre, il Pil italiano ha evidenziato un modesto aumento, di intensità uguale a quello dei precedenti tre trimestri (+0,1%). La crescita è stata alimentata dal contributo positivo della domanda nazionale al netto delle scorte (+0,2 punti percentuali) spinta dal recupero dei consumi privati. La componente estera netta ha fornito un contributo negativo a seguito del rallentamento delle esportazioni di beni e servizi e dell’incremento delle importazioni.
I dati sulla fiducia delle famiglie mostrano un orientamento negativo. A novembre, l’indice del clima di fiducia dei consumatori ha segnato una forte flessione a seguito del peggioramento di giudizi e attese sulla situazione economica italiana e dell’aumento delle aspettative sulla disoccupazione. L’indice di fiducia delle imprese ha registrato, invece, un lieve aumento, legato all’evoluzione positiva dei giudizi e delle attese sugli ordini nel settore dei servizi. I livelli sono comunque significativamente inferiori a quelli medi del 2018. Nel settore manifatturiero, per il quale l’indice ha segnato una lieve diminuzione, i giudizi sul livello degli ordini sia interni sia esteri sono peggiorati. L’indicatore anticipatore segnala il proseguimento della fase di modesta dinamica dei livelli di attività economica. Nell’ultima parte dell’anno, l’evoluzione del Pil è attesa proseguire sui ritmi dei mesi precedenti e la crescita in media annua attestarsi allo 0,2%. La domanda interna al netto delle scorte fornirà il principale contributo positivo (+0,8 punti percentuali), con apporti simili sia dei consumi delle famiglie sia degli investimenti. In un contesto caratterizzato da un rallentamento degli scambi internazionali, il contributo della domanda estera netta risulterebbe minore (+0,2 punti percentuali). L’apporto positivo della domanda interna verrà bilanciato dal contributo negativo delle scorte (-0,8 punti percentuali). Nel 2020, il tasso di crescita del Pil è previsto in leggera accelerazione (+0,6%) rispetto al 2019, sostenuto dai consumi e dagli investimenti, nonostante una decelerazione della crescita stimata per questi ultimi. Il contributo delle scorte è atteso ancora negativo, ma con una intensità decisamente minore (-0,2 punti percentuali) mentre il contributo estero si manterrebbe positivo (+0,1 punti percentuali).
(ITALPRESS).
NEL 2020 PIL IN LIEVE ACCELERAZIONE
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