Nel solo 2017 la spesa per la salute in Italia è stata di 204 miliardi di euro, di cui 154 miliardi per spesa sanitaria, 41 miliardi e 800 milioni di spesa sociale di interesse sanitario e 7 miliardi e 225 milioni di spesa fiscale mentre per il 2025 il fabbisogno di spesa sanitari potrebbe raggiungere i 230 miliardi, con una spesa pro capite di 3800 euro, con un incremento, entro il 2025 di 28 miliardi, di cui 12 miliardi di spesa pubblica e 16 miliardi di spesa privata. Questi sono alcuni dei numeri contenuti nel 4* rapporto Gimbe sulla sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale presentato questa mattina a Roma dal presidente della fondazione, Nino Cartabellotta, nella sala Capitolare del Chiostro del convento di Santa Maria sopra Minerva. Il rapporto, suddiviso in cinque capitoli, analizza in dettaglio i numeri del 2017 della spesa sanitaria pubblica, che ha toccato la cifra di 113 miliardi, quella privata arrivata a poco meno di 41 miliardi, di cui 36 miliardi circa a carico delle famiglie e 5,8 miliardi di spesa intermediata, e di tutte quelle spese collegate come quelle sociali, che vanno dalle pensioni di invalidità alle spese a carico delle famiglie, e quelle fiscali, derivanti dalle deduzioni.
I problemi principali sollevati dal rapporto riguardano una riforma dei Lea, il definanzimento della sanità da parte dello Stato: “Nel periodo 2010-2019 – ha ricordato Nino Cartabellotta – sono stati sottratti al SSN circa 37 miliardi di euro e l’incremento complessivo del fabbisogno sanitario nazionale è stato di 8,8 miliardi, con una media annua dello 0,9% insufficiente anche solo a pareggiare l’inflazione (+ 1,07%)”; una lotta agli sprechi visto che le stime sull’impatto sulla spesa sanitaria pubblica 2017: 21,59 miliardi erosi da sovra-utilizzo di servizi e prestazioni sanitarie inefficaci o inappropriate 6,48 miliardi, frodi e abusi 4,75 miliardi, acquisti a costi eccessivi, 2,16 miliardi, sotto-utilizzo di servizi e prestazioni efficaci e appropriate 3,24 miliardi, inefficienze amministrative 2,37 miliardi e inadeguato coordinamento dell’assistenza 2,59 miliardi. Accanto a queste problematiche “patologie”, due “fattori ambientali” peggiorano ulteriormente lo stato di salute del SSN: la non sempre leale collaborazione tra Governo e Regioni, oggi ulteriormente perturbata dalle istanze di regionalismo differenziato, e le irrealistiche aspettative di cittadini e pazienti che da un lato condizionano la domanda di servizi e prestazioni, anche se inutili, dall’altro non accennano a cambiare stili di vita inadeguati che aumentano il rischio di numerose malattie.
Con questa diagnosi il futuro del sistema sanitario nazionale nel 2025 non può che essere infausto: secondo le stime del Rapporto GIMBE per riallineare il SSN a standard degli altri paesi europei e offrire ai cittadini italiani un servizio sanitario di qualità, equo e universalistico sarà necessaria nel 2025 una spesa sanitaria di 230 miliardi di euro. Il rilancio del SSN richiede la convergenza di tutte le forze politiche e un programma di azioni coraggiose e coerenti: dal consistente aumento del finanziamento pubblico alla ridefinizione del perimetro dei LEA, dalla rivalutazione delle agevolazioni fiscali per i fondi sanitari al ripensamento delle modalità con le quali viene erogata la spesa sociale di interesse sanitario al fine di pervenire ad un fabbisogno socio-sanitario nazionale.