L’addio a Maradona, sarà sepolto accanto ai genitori

1986 archivio Storico Image Sport / Argentina / Diego Armando Maradona / foto Imago/Image Sport

Il feretro di Diego Armando Maradona è stato portato alla Casa Rosada, il palazzo presidenziale di Buenos Aires immediatamente messo a disposizione dal presidente argentino Alberto Fernandez e dove 10 anni fa il popolo diede l’ultimo saluto all’ex leader del Paese, Nestor Kirchner. Seguendo un protocollo di misure anti-Covid, la camera ardente è stata aperta dalle 6 (le 10 in Italia) fino alle 16 di Buenos Aires, ma già all’alba, in una cerimonia privata i familiari (Claudia Villafane e le figlie Dalma e Gianinna le prime ad arrivare) e gli amici più stretti hanno fatto visita al feretro del Pibe de Oro.

Diego Armando Maradona sara’ sepolto al cimitero los Jardines di Bella Vista, periferia di Buenos Aires. Il Pibe de Oro, dunque, sara’ vicino ai genitori deceduti negli anni scorsi. La sepoltura dovrebbe avvenire oggi stesso. Intanto, il suo avvocato Matias Morla ha definito “idiozia criminale” i ritardi dei soccorsi per Diego Armando Maradona che avrebbero portato alla morte del suo assistito. “L’ambulanza ha tardato piu’ di mezz’ora ad arrivare, non puo’ passare in silenzio e chiedo che si indaghi su questo”.

Presenti alla camera ardente Carlos Tevez, Martin Palermo, l’ex agente Guillermo Coppola e molti dei campioni del mondo del 1986 come Sergio Batista, Jorge Burruchaga, Ricardo Giusti e altri che hanno voluto salutare “il capitano”. Presente anche lo storico massaggiatore dell’Albiceleste, Victor Galindez, e il presidente federale Chiqui Tapia. Il primo ad arrivare è stato il portiere dell’Argentina vice-campione del mondo del 1990, Sergio Goycochea.

Insufficienza cardiaca acuta provocata da un edema polmonare acuto. Queste le cause della morte di Diego Armando Maradona secondo quanto riportato da La Nacion che riferisce dell’esito preliminare dell’autopsia effettuata presso l’ospedale San Fernando di Buenos Aires. Il Pibe de Oro è deceduto intorno alle 12 argentine di ieri.

 

Maradona era nato a Lanus il 30 ottobre 1960, quinto di otto figli. Cresciuto a Villa Fiorito, sin da bambino mostra tutto il suo talento al punto da finire appena a 10 anni sulle pagine del “Clarin”. Entra nel settore giovanile dell’Argentinos Juniors dove debutta nel massimo campionato il 20 ottobre 1976, dieci giorni prima di compiere 15 anni. Nel 1981 il passaggio al Boca Juniors ma già un anno dopo ecco l’arrivo in Europa: se lo assicura il Barcellona per 1,2 miliardi di pesetas. Debutterà in blaugrana nell’agosto 1982 ma l’avventura in Catalogna è contrassegnata da vari problemi fisici e nell’estate del 1984 passa al Napoli per 13 miliardi e mezzo di lire. Il Pibe de Oro diventa un idolo del pubblico partenopeo: con lui arrivano due scudetti, una Coppa Italia, una Supercoppa Italiana e una Coppa Uefa. La sua esperienza italiana si chiude il 17 marzo 1991, quando risulta positivo alla cocaina e viene squalificato un anno e mezzo.

Riparte dal Siviglia, poi Newell’s Old Boys e il ritorno al Boca Juniors fino al ritiro: la sua ultima partita è datata 25 ottobre 1997. Con la nazionale argentina debutta nel febbraio del 1977, non viene convocato per i Mondiali che si giocano l’anno dopo proprio in patria ma disputa quelli del 1982 e soprattutto quelli del 1986, quando trascina la Seleccion al titolo: memorabile la sfida con l’Inghilterra dove prima segna un gol di mano (“la mano de Dios” la ribattezzerà lui stesso) e poi una rete che verrà eletta come la più bella nella storia dei Mondiali in un sondaggio indetto dalla Fifa nel 2002.

Con la Seleccion arriva in finale anche a Italia ’90, sconfitto dalla Germania, poi è presente a Usa ’94 ma gioca appena due partite prima di essere squalificato perchè positivo all’efedrina. Proprio durante la squalifica intraprende la carriera di allenatore (Deportivo Mandiyu e Racing), che riprenderà molto più avanti, diventando ct della nazionale che guida ai Mondiali del 2010, fino all’eliminazione ai quarti. Allena anche l’Al Wasl a Dubai, l’Al-Fujairah negli Emirati e quindi il Dorados in Messico prima di accettare lo scorso anno la panchina del Gimnasia. Una vita di eccessi, fra droga e alcol, Maradona si era liberato delle sue dipendenze grazie a lunghi soggiorni in centri di disintossicazione. Qualche giorno dopo il suo 60esimo compleanno è stato operato per rimuovere l’ematoma subdurale che gli era stato trovato nel lato sinistro della testa. Tornato a casa per proseguire il recupero, è stato stroncato da un arresto cardiaco.
(ITALPRESS).

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