Dalle origini umili, figlio di un operaio cattolico e di una domestica protestante, Sean Connery è nato a Edimburgo, in Scozia, il 25 agosto 1930. A 13 anni lascia la scuola sbarcando il lunario con piccoli e precari lavori: consegnando latte, lucidando bare, scaricando mattoni in un cantiere edile, prima di entrare nella Royal Navy. Tre anni dopo però viene riformato dal servizio per ulcere gastriche. Al ritorno a Edimburgo ricomincia a barcamenarsi tra piccoli lavori: autista di camion, bagnino e posando come modello all’Edinburgh College of Art e coltivando la sua passione per il bodybuilding, che lo aiuterà a modellare un corpo che diventerà statuario accrescendo fascino e bellezza. Intanto in lui emerge un’altra passione, quella per la recitazione. Giunto a Londra, per partecipare al concorso di Mister Universo, si fa scritturare in un musical. Da lì le prime parti a teatro e poi le comparsate in tv. Nel 1957 ottiene il suo primo ruolo da protagonista in Blood Money, una rielaborazione della BBC di Requiem for a Heavyweight, in cui interpreta un pugile in declino.
Ma la vera svolta arriva nel 1962 quando viene scelto da Albert Broccoli e Harry Saltzman per interpretare James Bond, nome in codice 007, l’agente segreto di Sua Maestà protagonista dei romanzi di Ian Fleming. Un ruolo che ricoprirà ben sette volte facendo di Bond non solo un eroe del cinema, ma trasformandolo in icona sexy planetaria. Dapprima osteggiato dalla critica ma amatissimo dal pubblico, negli anni ha conquistato anche i suoi più feroci detrattori. Ogni sua uscita nelle sale è stato uno straordinario successo al botteghino, facendo della saga una serie cult internazionale, tanto che si racconta che pure il presidente Kennedy ad ogni nuovo seguito chiedesse una proiezione privata alla Casa Bianca. Ma Connery non può essere ridotto solo al ruolo dell’agente segreto prestante e coraggioso. Nella sua carriera sono tante altre le intepretazioni che lo hanno consacrato. Nel 1964 ha lavorato per Hitchcock in Marnie. Poi arriveranno le pellicole dirette dai più grandi registi come Sidney Lumet, John Huston, Richard Attemborough, Terry Gilliam. Rimane nella storia nel 1986 l’interpretazione di Guglielmo da Baskerville, il frate francescano protagonista de “Il nome della rosa”, film tratto dal libro di Umberto Eco e che valsero all’attore il premio Bafta per la migliore interpretazione. Superlativa, l’anno successivo, la sua interpretazione ne “Gli intoccabili” di Brian De Palma che gli varrà il premio Oscar come miglior attore non protagonista. Indimenticabile il suo ruolo del padre di Indiana Jones nel terzo episodio della tetralogia di Spielberg. Nel 2003 con “La leggenda degli uomini straordinari” Sean Connery si è ritirato dal cinema, investendo la sua notorietà e dedicando il suo impegno verso l’ambiente. Orgoglioso delle sue origini, non ha mai nascosto il profondo amore verso la Scozia, sostenendo la campagna per l’indipendenza in occasione del referendum del 2014 e finanziando il partito nazionalista.
Un amore che ha dimostrato in svariati modi, anche indossando innumerevoli volte, al favore dei fotografi e delle telecamere, il tipico kilt scozzese. Il mondo perde quindi non solo un grande attore, ma soprattutto un personaggio iconico dal fascino indiscutibile. Una leggenda del cinema mondiale strappata alla vita in questo anno funesto.
(ITALPRESS)