Iniziative stamane a Napoli dell’Ugl per ricordare le morti sul lavoro. In piazza Plebiscito istallate 1.029 sagome bianche, in ricordo delle vittime del 2017.
“Questa è la quarta tappa di un tour che stiamo facendo in tutta Italia e anche all’estero, siamo stati a Bruxelles, per sensibilizzare i lavoratori e le istituzioni su questo gravissimo problema: anche quest’anno purtroppo non ci siamo fatti mancare niente, nei primi otto mesi abbiamo avuto 834 morti sul lavoro, il 10% in più dell’anno scorso”, ha detto Paolo Capone, segretario generale del sindacato. “Non i può lavorare per morire, si deve lavorare per vivere. Al Governo – prosegue – chiediamo maggiore formazione, maggiori controlli, maggiore sensibilità su questo tema. Oltre agli incidenti mortali, ogni anno ci sono almeno 1 milione di infortuni che coinvolgono altrettanti lavoratori: è uno stillicidio che deve finire. Riteniamo siano due i canali principali su cui incidere: uno è la formazione dei lavoratori, per farli lavorare consapevolmente rispetto ai rischi che corrono, l’altro sono i controlli che non sono sufficienti, quelli che fanno le Asl e le istituzioni preposte”.
Capone evidenzia che “chi lavora in maniera precaria ha meno possibilità di essere formato. Se un lavoratore deve fare un’attività per una settimana o per un mese non viene coinvolto in nessun processo di formazione. Dall’altra parte – continua – c’è un altro fenomeno importantissimo che incide anche sulle ultime morti sul lavoro che ci sono state a Brescia, ma anche qui in Campania, ed è l’età troppo alta dei lavoratori: non si può come ha fatto la Fornero far lavorare le persone fino a 67 anni, perchè a quell’età non puoi salire su un’impalcatura, non puoi fare lavori gravosi, faticosi. E quindi l’età avanzata espone un lavoratore a rischi maggiori”, conclude.