L’ultimo “allenamento spirituale” alla vigilia di Pasqua, suggerito dal ritmo essenziale della preghiera proposto da Athletica Vaticana, per questa Quaresima così “particolare”, tocca a Mons. Melchor Sanchez de Toca y Alameda, sottosegretario del Pontificio Consiglio della Cultura, che era stato protagonista anche della prima settimana. Dopo di lui si sono alternati Don Giovanni Buontempo, monsignor Andrea Palmieri, la suora domenicana Marie Manaud, monsignor Daniel Tumiel fino a Don Wim Collin. “Corriamo insieme verso la Pasqua” è il titolo ideale della riflessione odierna. “Quando all’inizio della Quaresima abbiamo iniziato questa serie di meditazioni quaresimali, non potevamo neanche lontanamente immaginare quello che sarebbe successo” inizia la riflessione di Mons. Sanchez. “La Quaresima, tempo di austerità, di impegno, di ascesi, che per noi diventava espressione della preparazione alla grande Maratona della vita, si è tramutata in una Quarantena. Anche se ce ne siamo accorti solo gradualmente, con l’implementarsi di misure di contenimento via via più stringenti, nel giro di pochi giorni ci siamo trovati reclusi nelle nostre case, confinati entro mura domestiche, tagliati fuori dal mondo, mentre fuori imperversa una tempesta come l’umanità non ha mai conosciuto”.
“I nostri progetti di lavoro, di vita, e di corsa – analizza ancora il presidente di Athletica Vaticana – sono stati prima modificati, poi scomparsi. Non ci sono più gare, né allenamenti. Abbiamo scelto consapevolmente e responsabilmente di rinunciare alla corsa su strada o sui parchi per contribuire al bene di tutti. Per molti di noi, è stata una rinuncia sofferta, ma accettata generosamente. I tanti surrogati casarecci di esercizi che ci siamo inventati per ingannare questa assenza della corsa, non riescono a colmare il bisogno della corsa all’aperto. Tutto il paese, anzi, il mondo, si è fermato improvvisamente. In molti luoghi, la natura piano piano si riprende il posto lasciato dagli uomini. Mi vengono in mente le parole di un’omelia di un autore del secolo II, omelia per il Sabato Santo, che sembra quasi un ritratto del nostro mondo: ‘Che cosa è avvenuto? Oggi sulla terra c’è grande silenzio, grande silenzio e solitudine. Grande silenzio perché il Re dorme: la terra è rimasta sbigottita e tace perché il Dio fatto carne si è addormentato e ha svegliato coloro che da secoli dormivano. Dio è morto nella carne ed è sceso a scuotere il regno degli inferi'”.
Prosegue Mons. Sanchez:”Un grande silenzio avvolge la terra. Potremmo considerarlo una sciagura, ma è anche un’opportunità. Ci è stato dato un tempo di silenzio per rivedere le nostre scelte di vita, un tempo prezioso per riflettere, per riordinare le nostre priorità, che era in fondo lo scopo della Quaresima. Così come lo stop dell’attività lavorativa ha fatto diminuire drasticamente l’inquinamento atmosferico, anche l’inquinamento spirituale, fatto di ozio superficiale, di banalità, si è ridotto in questi giorni. L’atmosfera spirituale è diventata più limpida, più trasparente. Adesso dovrebbe essere più facile percepire nitidamente i contorni delle realtà spirituali che normalmente sfuggono al nostro sguardo a causa dell’inquinamento spirituale. Ora dovrebbe essere più facile individuare i segni della presenza di Dio nella nostra vita, nella nostra storia, attorno a noi. Dovremmo poter scorgere il volto di Gesù nei suoi fratelli più piccoli che ci stanno accanto. È una gran opportunità per tutta l’umanità. Il grande sabato silenzioso, tuttavia, è solo una grande pausa, ma non è la fine. Questo tempo annuncia già l’alba della mattina di Pasqua”.
La riflessione di Mons. Sanchez si conclude con l’augurio pasquale di speranza per tutti:”La mattina di Pasqua è il fondamento della nostra fede, ed è anche la scaturigine della nostra Athletica Vaticana. È la mattina delle corse al e dal Sepolcro: correva Maria Magdalena per andare al cenacolo, e correvano Pietro e il Discepolo Amato: Currebant duo simul (Gv 20,4). Non è un caso se l’evangelista Giovanni, in quella pagina che sa di mattina fresca e di novità, non chiama sé stesso per nome, ma “il discepolo che Gesù amava”, affinché ogni cristiano, discepolo amato da Gesù, possa rifare l’esperienza della mattina di Pasqua. Quanto più per noi, discepoli di Gesù che corriamo insieme a Pietro, al suo successore, nella persona di Papa Francesco! Cari amici di Athletica Vaticana: corriamo insieme verso il sepolcro, all’incontro con il Cristo risorto. Corriamo insieme con Pietro, e portiamo al mondo intero la stupenda notizia che Cristo è Risorto, ha vinto la morte e ci offre il dono della vita nuova. Buona Pasqua a tutti, e Buona Corsa!”.
(ITALPRESS).