La ricerca di HIS Markit di qualche settimana non produce nulla di nuovo, ma suona come ulteriore campanello di allarme per il modello che fino a oggi ha finanziato in gran parte lo sport, quello dei diritti televisivi. Cosa ha trovato HIS Markit? In 14 mercati, a partire dagli USA (ma non l’Italia), il numero degli abbonati alle pay tv è in calo. Si parla di una stima di -8,5 milioni di persone solo negli Stati Uniti tra il 2017 e il 2022. Numeri che suonano come musica per le orecchie degli OTT, gli operatori streaming cosiddetti Over The Top che tagliando sui costi fissi degli abbonamenti, sono un’alternativa per tutti coloro che vogliono comunque fruire lo sport, on line, live e on demand. Vediamo alcuni degli ultimi movimenti dei player più importanti.
YouTube: Vendere la pubblicità on line agli stessi brand che l’acquistano per la TV tradizionale, è la mossa della piattaforma video di Google. Tramite il programma pubblicitario Google Preferred, gli sponsor dei canali televisivi approdano on line, in una visione olistica dell’audience. YouTube TV è disponibile solo in USA, al momento, e ospita al proprio interno i più importanti canali televisivi statunitensi. Particolare non trascurabile, YouTube è sponsor esso stesso di maglia nel senso tradizionale del termine, per la neonata franchigia di MLS a Los Angeles.
Apple: L’azienda di Cupertino sta costruendo un centro da quasi 12 mila metri quadrati, dedicato all’area entertainment. Non lo sport, in questo momento, ma la creazione di tv show, altro competitor dell’evento sportivo (vedi Mediaset il cui minor coinvolgimento nello sport live può anche essere letto con produzioni meno costose ma altrettanto viste di altre forme di intrattenimento). Grossi nomi dello spettacolo sono stati acquisiti in un budget miliardario (quello di Netflix per le produzioni del 2018 dovrebbe aggirarsi sugli 8 miliardi di dollari).
Amazon: Ancora più ricca se si vuole è la proposta di Amazon, che con Prime Video conta 100 milioni di abbonati, in 200 paesi nel mondo. L’obiettivo dell’azienda di Bezos è la vendita di prodotti del suo sterminato inventario. Di recente, ha rinnovato per due stagioni con NFL per il Thursday Match pagando a stagione $65 milioni, più dei $50 della passata stagione e ben più dei $10 con cui Twitter aveva preso quei diritti nel 2016.
Twitter: Una delle novità di un’azienda molto dinamica negli ultimi tempi è uno show post gara in F1. Il live show sarà animato da un noto anchor man e dai suoi ospiti del circus dei motori. La spinta sono i milioni di tweets seguiti alle gare di Formula 1 (4,3 milioni nella passata stagione, di cui 256 mila in Italia secondo una ricerca Kantar Media). La nuova F1 di Liberty Media ha appena lanciato anche un proprio canale on line, in 4 lingue ma non disponibile ancora in Italia, il cui debutto in Spagna nel week scorso è stato però problematico.
Facebook: La creatura di Zuckerberg si sta strutturando in modo da essere competitiva nel mondo dell’entertainment. Di recente alcuni esperti dirigenti del mondo dei brodcasters tradizionale si sono accasati con Facebook, che ha tentato il colpo più grosso finora (non riuscito) nel campo delle acquisizioni con i 600 milioni di dollari rifiutati per la Premier League indiana di cricket.
(ITALPRESS).
MODELLI OTT, LO STREAMING SALVERÀ LO SPORT
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