Intervistato oggi sul Foglio da Claudio Cerasa, il ministro degli Esteri Enzo Moavero spiega cosa può insegnare la Brexit agli anti europeisti. “Brexit insegna molto: non a caso Hitchcock è nato in Inghilterra ed è un grande regista europeo, una suspense di questo genere non l’avremmo mai potuta immaginare. Le grandi complessità dimostrano che gli anni della Gran Bretagna nell’Ue non sono passati invano. Si è compresa appieno l’interdipendenza che si crea tra i paesi membri dell’Unione, quali che essi siano. L’Ue diventa come l’aria – spiega Moavero -: c’è, è necessaria, anche se non la vediamo. I britannici avevano l’idea di tenere per sé tutto ciò che c’era di positivo dell’Unione, a cominciare dall’accesso libero al mercato europeo. Allo stesso tempo, volevano troncare le cause base del loro voto di uscita, soprattutto legati alla libertà di circolazione delle persone. Ma è molto difficile frazionare gli assetti Ue. L’elemento che sta creando maggiori problemi è la questione irlandese, che può far precipitare decenni di convivenza pacifica, faticosamente raggiunta in quelle terre”.
“Brexit insegna che tagliare legami positivi e capillari è difficile e probabilmente sbagliato, perché l’ampiezza del libero mercato Ue è un grande fattore e acceleratore della crescita e dell’occupazione”, sottolinea il ministro. Chiede il Foglio:
“Farage ha chiesto all’Italia di porre il veto sulla proroga dell’Articolo 50, ma lei ha rifiutato”. Risponde Moavero: “Io sono convinto che all’Italia non convenga proprio e il governo ha confermato questa posizione”.