MOGADISCIO (SOMALIA) (ITALPRESS) – Circa 110 militari italiani trascorreranno il Natale 2020 a Mogadiscio “con il tricolore sempre nel cuore”. Sono infatti impegnati nella missione EUTM-S (Europea Union Training Mission – Somalia), giunta al sesto mandato e con guida italiana dal 2014. Un’attività che riveste una importanza strategica perchè ha come scopo principale quello di poter garantire alla popolazione locale la possibilità di vivere in un contesto di sicurezza, creando al contempo i presupposti per una graduale rinascita del Paese del Corno d’Africa. In questa intervista all’Italpress, il Tenente Colonnello Saverio Cucinotta, addetto stampa della missione, spiega la natura e il ruolo strategico del nostro Paese, impegnato nel dare un contributo alla rinascita del paese Somalia, addestrando le nuove Forze Armate per migliorare le condizioni di sicurezza ma anche migliorando le condizioni di vita a favore della popolazione locale, grazie ai numerosi interventi di ristrutturazione di ospedali, scuole, università, viabilità cittadina, attività di consegne di aiuti umanitari ed organizzazione di corsi che favoriscano l’inserimento nel mondo del lavoro.
“La Missione EUTM-S contribuisce sostanzialmente allo sviluppo delle capacità di controllo del territorio da parte delle Forze di Sicurezza Somale mediante le attività di Advising, Mentoring e Training. Questo avviene principalmente attraverso la consulenza militare a favore del Ministero della Difesa e dello Stato Maggiore e all’addestramento dell’Esercito Nazionale Somalo (SNA) presso i principali Training Center dislocati sul territorio e le sedi istituzionali somale. A tale scopo sono stati pianificati e concretizzati vari corsi specifici, nella modalità ‘face to face’ che viene portata avanti nel rispetto delle attuali misure cautelative dettate dalla nota emergenza sanitaria, che sono stati appositamente pensati per venire incontro alle specifiche esigenze della Forza Armata Somala: a partire dai corsi ‘Company and Platoon Leader’ riservati agli Ufficiali e Sottufficiali che dovranno esercitare importanti funzioni di comando e controllo, per arrivare ai corsi di ‘C-IED (Counter Improvised Explosive Devices) Awareness’ diretti a tutti i militari che si troveranno ad operare in ambienti caratterizzati dalla presenza degli ordigni esplosivi improvvisati, che rappresentano una delle minacce più letali ampiamente utilizzate da parte delle milizie attualmente presenti nella regione. Ma si parla anche di corsi ‘INFO Ops’ per la trattazione delle informazioni e corsi di organizzazione e gestione di una Sala Operativa, la maggior parte dei quali vengono svolti presso il GDTC, ‘General Dhagabadan Training Center’ di Mogadiscio. Particolare importanza riveste poi l’attività di ‘train the trainer’ grazie alla quale sarà possibile garantire all’Esercito somalo la capacità di concepire e realizzare ‘in proprio’ le attività addestrative di cui abbisogna”.
L’Italia è schierata in questo momento a Mogadiscio con 110 militari, ma ci sono altri Paesi europei che fanno parte del contingente generale e che supportano l’operazione.
“L’Italia crede molto in questa missione, tanto che, oltre a detenerne il comando ininterrottamente dal 2014, contribuisce con più della metà del personale impegnato nell’ambito dell’Unione Europea, garantendo particolari posizioni chiave quale quella, appunto, del Force Commander, che dallo scorso 9 agosto è il Generale di Brigata Fabiano Zinzone, e del responsabile delle attività di ‘advising’, posizione attualmente ricoperta dal Colonnello Fabio Asso. Non dobbiamo comunque dimenticare l’apporto di fondamentale importanza garantito anche da altre nazioni quali Spagna, Portogallo, Finlandia, Svezia, Romania e Serbia. Personale altamente specializzato che garantisce un fondamentale apporto alla missione dell’Unione Europea”.
Il Tenente Colonnello Cucinotta spiega quale è nel dettaglio il compito dei nostri militari impegnati in questa missione.
“Principalmente siamo impegnati nelle diverse fasi di addestramento delle Forze Armate Somale, nel rispetto di quello che è il mandato della Missione EUTM-S, mentre per quanto riguarda le attività di cooperazione civile e militare, gli specialisti del Multinational CIMIC Group, che provengono dalla base partner NATO di Motta di Livenza (Treviso), stanno sviluppando un’intensa ed importantissima attività di networking con le Autorità civili, effettuando nel contempo progetti a impatto immediato (quick impact project) in un ambiente spesso non permissivo e caratterizzato da un significativo livello di minaccia, contribuendo così in maniera decisiva ad aumentare il consenso della popolazione verso il soldato italiano e verso la missione EUTM-S. Il tipo di lavoro effettuato sempre in modalità ‘face to face’ dai militari specializzati del CIMIC team di EUTM-S, rappresenta uno strumento di fondamentale importanza non solo a supporto delle Forze Armate locali ma anche e soprattutto del tessuto sociale dove interviene con numerosi programmi a supporto dell’istruzione, della salute e delle minoranze vulnerabili. Molteplici sono infatti gli interventi a supporto delle donne e del loro ruolo nella realtà locale, come il recente progetto volto all’apprendimento delle caratteristiche di preparazione e conservazione dei prodotti ittici a favore di alcune donne attualmente impiegate presso il locale mercato del pesce. Attività fortemente voluta dall’Amministrazione Regionale del Benadir”.
Non mancano le difficoltà nel portare avanti questo tipo di missioni, dovute anche alla presenza di gruppi terroristici, anche se la popolazione non si mostra per nulla ostile rispetto a queste operazioni.
“Ci troviamo ad operare in un contesto caratterizzato da un elevato rischio dovuto non solo alla particolare insatabilità di un Paese devastato da decenni di conflitti e disordini interni, ma anche e soprattutto alla presenza di Al-Shabaab, noto gruppo terroristico jihadista sunnita di matrice islamista attivo sul territorio dal 2006. Questo comporta l’adozione delle massime misure di sicurezza in tutte le attività che vengono portate avanti dal personale di EUTM-S, accorgimenti che garantiscono una adeguata cornice di sicurezza all’interno della quale poter svolgere tutte le attività a favore della SNA (Somali National Army) e della popolazione locale. La popolazione somala, afflitta da decenni di povertà, marginalizzazione, violenze armate, instabilità politica, insicurezza, calamità e carenza di sviluppo, ha maturato una certa resilienza a tutto ciò che oltrepassa il confine della mera sopravvivenza. Solo negli ultimi anni, nelle aree liberate dalle forze governative e di AMISOM, dove insiste il lavoro del Contingente europeo di EUTM-S, sta iniziando lentamente a rifiorire l’interesse per una vita ‘normale’. Ma bisogna pur sempre tenere in considerazione come il numero di persone che qui necessita di assistenza umanitaria superi i 5 milioni e pertanto è davvero difficile ancor oggi parlare di ‘normalità’ in uno dei Paesi più poveri al mondo.
In tutto ciò possiamo certamente dire che in molteplici occasioni le Autorità locali e gran parte dei cittadini che sono stati direttamente coinvolti nelle attività portate avanti dal CIMIC Team di EUTM (distribuzione di 10 tonnellate aiuti alimentari solo nelle ultime settimane, ristrutturazione di ospedali ed aule universitarie, donazione di mezzi e attrezzature a favore dei Vigili del Fuoco di Mogadiscio, interventi di miglioramento presso il locale carcere femminile, vaccinazione di circa 300.000 capi di bestiame per la riduzione delle malattie zootecniche e del livello di mortalità del bestiame, solo per citare i più recenti) hanno dimostrato grandissimo apprezzamento e gratitudine nei confronti degli ‘amici italiani”.
Intanto, si avvicina il Natale e i nostri militari si troveranno lontani dalle loro famiglie……
“In quanto militari sappiamo bene che a volte può capitare di dover trascorrere lunghi periodi di tempo lontano dalle proprie famiglie, dai propri affetti, perchè il dovere ci chiama e dobbiamo essere sempre pronti ad intervenire a supporto della sicurezza e nell’ambito di situazioni emergenziali non solo nel nostro amato Paese (più di 7.800 unità impegnate in operazioni nazionali) ma anche nelle missioni internazionali nelle quali attualmente siamo impegnati con circa 7.500 unità. Questo significa anche ritrovarsi a trascorrere festività come quelle natalizia che, per tradizione, riuniscono le famiglie, insieme ai propri colleghi, veri e propri compagni di viaggio con i quali siamo abituati a condividere i momenti più difficili, più impegnativi. Momenti resi un pò tristi dalla lontananza delle persone che amiamo, ma sempre consapevoli dell’importanza di quello che stiamo facendo e di come lo stiamo facendo”.
(ITALPRESS).