MILANO (ITALPRESS) – Grazie al gruppo Tod’s, che finanzierà il progetto attraverso l’acquisto dei diritti d’immagine, è stato possibile realizzare il restauro conservativo delle facciate esterne e del cortile d’onore del Municipio di Milano, Palazzo Marino. Il restauro previsto riguarda tutte le facciate del Palazzo, quelle esterne su Piazza della Scala, piazza San Fedele, via Case Rotte e via Marino per una superficie di 5.345 mq, e quelle interne sul Cortile d’Onore, con gli elementi originali risalenti al XVI secolo del portico e del loggiato, per 2.224 mq. I lavori avranno una durata complessiva di 16 mesi. Da programma si prevede il completamento del restauro della facciata su Piazza della Scala entro la fine di Agosto 2024, successivamente il cantiere si sposterà su Via Case Rotte, Piazza San Fedele e infine su via Marino, con una durata dei lavori di 4 mesi per ogni facciata. Da Aprile 2025 a Settembre 2025, quando saranno ultimati i lavori, saranno restaurate anche le facciate interne del cortile d’onore, garantendo la continuità delle funzioni e del lavoro regolarmente svolti a Palazzo Marino. Rispetto allo stato attuale delle facciate, si rilevano i danni subiti a causa dell’inquinamento, che ha colpito soprattutto le parti in pietra. Lo smog e le polveri sottili hanno reso le superfici del manufatto opache e sporche, influenzando anche la loro integrità. Le parti sporgenti dell’edificio, come le decorazioni intorno alle colonne, hanno subito un’evidente erosione. Si evidenzia una crescita di vegetazione indesiderata (alghe e muschio) che contribuisce al deterioramento dell’edificio, specialmente nelle aree poco soleggiate e umide. Fenomeni di degrado interessano anche la malta tra le pietre con possibili infiltrazioni di acqua nelle murature. I lavori più consistenti si concentreranno sui quattro fronti esterni del Palazzo, mentre la corte interna vedrà interventi più lievi grazie a una pulitura e a una manutenzione rispettosa dell’esistente. In linea con le direttive delle Opere Pubbliche della Lombardia del 2023 e in continuo confronto con la Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio di Milano, per tutto il processo di restauro – dalla pulitura iniziale alla stesura della protezione finale – saranno utilizzati prodotti a basso impatto ambientale caratterizzati dalla massima compatibilità con i materiali presenti, ad esempio con il “ceppo gentile del Brembo”, tipo di pietra naturale conglomerata proveniente dall’area di Bergamo, che caratterizza le facciate esterne. Ad oggi, sono state scansionate tutte le superfici esterne per avere una visione completa e precisa delle aree di intervento, mentre l’avvio delle operazioni vere e proprie di restauro sarà preceduto da controlli approfonditi, grazie a tecnologie quali la videoendoscopia, la termografia e il magnetometro per valutare la condizione del manufatto nel dettaglio. Il processo di restauro seguirà diversi passaggi: inizierà con una pulizia approfondita per rimuovere lo sporco accumulato e per rivelare i danni sottostanti; si passerà all’eliminazione della vegetazione indesiderata, utilizzando prodotti appositi che sono sia efficaci sia sicuri per la pietra; e infine saranno riparate le parti danneggiate del Palazzo, compresi i giunti di malta tra le pietre, prevedendo nuovi materiali che siano compatibili con quelli originali. Inoltre, dove necessario, sarà migliorato anche il colore della malta per farla corrispondere alla preesistenza storica. Infine, sarà applicata una protezione per conservare le superfici originali.
Il racconto del restauro sarà continuativo e si rivolgerà a pubblici differenti: per gli addetti ai lavori, oltre a una pubblicazione finale, sono previsti seminari e report dedicati; per la cittadinanza sono invece programmate iniziative quali le giornate di “Cantieri Aperti” e un intervento grafico sulla cesata, che sarà illustrata per raccontare la storia di Palazzo Marino attraverso sei secoli e 14 personaggi. Da Galeazzo Alessi, architetto del Palazzo a Marianna De Leyva, nota come la Monaca di Monza; dal Monatto, addetto alla rimozione dei cadaveri durante la peste del ‘600 a Don Carlo Omodeo proprietario del Palazzo a cavallo del’700; dall’Architetto della Scala Giuseppe Piermarini che è intervenuto anche a Palazzo Marino al lampionaio che nell’800 curava l’illuminazione del Palazzo e della Piazza; dalle nobildonne Cristina Trivulzio di Belgioioso e Clara Maffei che hanno animato la vita culturale del Palazzo durante il Risorgimento a Giuseppe Mazzini e Alessandro Manzoni. L’800 si chiude con l’architetto Luca Beltrami, artefice del completamento della facciata su Piazza della Scala, per giungere al ‘900 con il sindaco del dopoguerra Antonio Greppi e il maestro Toscanini, fino a un teoforo contemporaneo che preannuncia l’appuntamento olimpico del 2026. (ITALPRESS).
Foto: Ufficio stampa Tods