MILANO (ITALPRESS) – Oltre un centinaio di magistrati si sono ritrovati davanti al Tribunale di Milano in occasione dello sciopero indetto in tutta Italia dall’Associazione Nazionale Magistrati contro la riforma della giustizia. I magistrati hanno innalzato copie della Costituzione della Repubblica, esposto due striscioni con pensieri di Piero Calamandrei e distribuito volantini ai passanti con illustrati gli effetti sulla giustizia in caso di approvazione definitiva della riforma. “I punti critici [della riforma, ndr] sono sostanzialmente tre: la separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri, l’istituzione di un’alta corte disciplinare che giudicherà il posto del CSM e poi il sorteggio dei componenti del Consiglio Superiore della Magistratura”, spiega Leonardo Lesti, pubblico ministero nel processo per il disastro ferroviario di Pioltello per il quale è stata in questi giorni emessa la sentenza di primo grado. “Se questa è una riforma che viene proposta come un modo per far funzionare meglio la giustizia, allora questa è una falsità – sottolinea – E’ una riforma che riguarda esclusivamente le carriere dei giudici. Non riguarda le dotazioni di mezzi. Riguarda come noi saremo nel futuro, ma senza incidere per esempio sull’accorciamento dei tempi della giustizia che per i cittadini sono il problema più grosso”. Per Manuela Andretta, presidente GES (Giunta Esecutiva Centrale) dell’ANM, “lo scopo dello sciopero odierno è proprio quello di esprimere il pensiero critico della magistratura su questo disegno di riforma costituzionale e quindi andare a evidenziare quelli che secondo noi sono le possibili distorsioni dell’ordinamento giuridico che questa riforma costituzionale, così come è stata disegnata, potrà comportare”. “Però voglio precisare che noi non abbiamo un’idea preconcetta di contrasto con quello che può essere il potere del Governo di proporre delle riforme costituzionali e il potere del Parlamento di approvare le riforme costituzionali – specifica – Noi stiamo criticando un dato tecnico-giuridico, quindi la nostra critica si appunta su un testo normativo e quindi su dati tecnico-giuridici. Non abbiamo preconcetti”. (ITALPRESS).
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