MILANO-CORTINA, ONERI A METÀ ASPETTANDO GOVERNO

“Come faremo con le risorse? Abbiamo fatto una cosa molto pragmatica: metà sarà coperta da Milano e dalla Lombardia, metà da Cortina e dal Veneto. Sarà la nostra regola, poi vedremo cosa dirà il governo”. Il sindaco di Milano Giuseppe Sala spiega così come saranno divisi gli oneri finanziari della candidatura italiana per i Giochi Olimpici invernali del 2026, con una precisazione importante. “Rinunciare al supporto dell’Esecutivo non va bene, stiamo parlando delle Olimpiadi, qualcosa che aiuterà molto l’economica italiana – ha precisato Sala lasciando gli uffici di Palazzo H, al Foro Italico, dove si è tenuto l’incontro tra il Coni e i rappresentanti delle città e delle regioni coinvolte – I due presidenti di regione si sono detti tranquilli, sulle garanzie possiamo rispondere, ma non rinunciamo ad avere il governo con noi”. “Oggi abbiamo condiviso la necessità di fare una candidatura a costi molto bassi: abbiamo visto che le altre città in lizza hanno sparato cifre alte, noi vogliamo restare molto contenuti, anche perché lo chiede il Cio con l’agenda 2020 – ha aggiunto Sala – Bisogna lavorare con grande intensità, anche perché il dossier di candidatura è una promessa che, se vinci, devi rispettare per sette anni”. Infine Sala ha parlato dell’allocazione delle gare: “Siamo d’accordo al 98%, ci sono gli ultimi dettagli ma cominceremo subito i lavori – ha precisato il sindaco di Milano – Per le discipline alpine Cortina sarà la sede principale, poi troveremo un equilibrio con la Lombardia. Il ghiaccio si svolgerà in particolare a Milano. Darei inoltre per scontato che la cerimonia di apertura si farà a San Siro. La cerimonia di chiusura? Vediamo, ci sarà tempo per discuterne. Quale budget? Lo stiamo definendo”.

Sulla stessa linea d’onda il governatore del Veneto, Luca Zaia: “Dove troveremo i soldi? In Veneto si dice che non servono i soldi, ma bastano le idee, quindi andiamo avanti. Tutti si interessano alle Olimpiadi, noi dobbiamo far fare bella figura sia al Veneto che alla Lombardia e, in base alla qualità del lavoro, avremo un potere di attrazione rispetto alle risorse private. In ogni caso io sono un inguaribile ottimista e spero sempre che il governo sia al nostro fianco”. “Il bob a Cortina? Non è un problema, risolveremo tutti i dubbi: annuncio già che nel mio cassetto c’è il piano di gestione. Il Trentino? È una nostra idea, abbiamo coinvolto Trento e Bolzano, loro avranno delle gare importanti”. Da escludere un referendum: “Siamo già ai tempi supplementari e non c’è più tempo. Fermo restando che do io la parola per i veneti: tutti vogliono le Olimpiadi”.

Attilio Fontana, governatore della Lombardia, sottolinea “una grande unità di intenti e questa mi sembra una grande cosa. Dobbiamo chiarire alcune piccole cose, ma si parla di dettagli”. Come Sala e Zaia, si augura “un ripensamento del governo perché le Olimpiadi devono essere dell’Italia e non del Lombardo-Veneto. Credo sia una necessità per tutto il paese, ci sono tanti anni di fronte a noi e vedremo se ci saranno dei cambiamenti. Ottimismo? Sì, perché le Olimpiadi sono una grande festa e quindi credo sia bello coinvolgere tutti senza escludere nessuno”.

Il presidente del Coni Malagò ha intanto annunciato che, “per snellire l’operatività, la gestione e gli aspetti burocratici, non ci sarà un comitato promotore. Si vedranno la prossima settimana tutti gli operativi, Carlo Mornati e Diana Bianchedi con i rappresentanti locali: le istituzioni sono coinvolte mattina e sera sul work in progress”, ha aggiunto il numero uno dello sport italiano parlando poi dell’agenda. “Si parte con la visita del Cio della prossima settimana, ma ci sarà un appuntamento a settimana – ha spiegato Malagò – L’ultima commissione di valutazione è invece fissata per la prima settimana di aprile. Cerimonia di chiusura a Verona? Diciamo che l’Arena è un’idea. Io penso che questa debba essere l’Olimpiade del territorio. Per le cerimonie di apertura e chiusura era prevista Milano, ma valutiamo la possibilità di qualche altro luogo particolarmente scenografico”. Per quanto riguarda il coinvolgimento del governo, “c’è rispetto assoluto per l’esecutivo: vediamo quali saranno gli sviluppi dei prossimi mesi con molta serenità, senza voler creare la minima polemica né tirare per la giacchetta nessuno. Candidatura debole senza il sostegno del governo? No, assolutamente. I numeri spalmati nel corso di otto anni sono estremamente alla portata di regioni con bilanci e budget importanti come Lombardia e Veneto, ma anche per soggetti come sponsor e istituzioni non governative che possono dare queste garanzie, come succede da altre parti. E già ci sono ipotesi avanzate e positive in questo senso”.

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