Quattro nuove targhe commemorative nel Giardino dei Giusti al Monte Stella di Milano. Si è tenuta questa mattina la cerimonia di deposizione delle targhe dedicate a Istvan Bibò, intellettuale ungherese che si batté contro la collusione del suo paese con il nazismo e in prima fila durante la rivoluzione del 1956, a Simone Veil, ebrea francese sopravvissuta alla Shoah e primo presidente donna del Parlamento Europeo, a Wangari Maathai, attivista keniota e prima donna africana a ricevere il premio Nobel per la pace nel 2004, e a Denis Mukwege, medico congolese premio Nobel per la pace nel 2018. “In un momento in cui l’identità politica e culturale del nostro continente è messa in forse e riaffiorano odio e antisemitismo – ha detto Gabriele Nissim, presidente di Gariwo e vicepresidente dell’Associazione per il Giardino dei Giusti di Milano – abbiamo scelto Simone veil e Istvan Bibò come figure esemplari delle impegno in difesa della dignità umana contro l’intolleranza generata da populismi e da nazionalismi che agitano tante nazioni”.
Alla cerimonia, partecipata da numerosi gruppi delle scuole milanesi, erano presenti tra gli altri il sindaco Giuseppe Sala, il presidente del Consiglio comunale, Lamberto Bertolé, il presidente di Gariwo, Gabriele Nissim, gli ex sindaci di Milano,Giampiero Borghini, Gabriele Albertini, Letizia Moratti e Giuliano Pisapia, il Console generale di Francia, Cyrille Rogeau. “Milano è generosa, una città che offre accoglienza a chi fugge da una guerra, che è aperta al mondo e alla diversità – ha detto il sindaco Sala, rivolgendosi ai ragazzi presenti – e voi, ragazzi e ragazze, siete i veri protagonisti di questa giornata, che è un momento di riflessione ma anche un giorno di festa per celebrare il fatto che l’uomo può scegliere il bene”. “In un momento in cui l’identità politica e culturale del nostro continente è messa in forse e riaffiorano odio e antisemitismo, abbiamo scelto Simone veil e Istvan Bibò come figure esemplari delle impegno in difesa della dignità umana contro l’intolleranza generata da populismi e da nazionalismi che agitano tante nazioni”.