ROMA (ITALPRESS) – “Le regole vanno rispettate, senza eccezioni. Lo ha stabilito una sentenza della Corte di Giustizia Ue, che si è espressa sulle questioni pregiudiziali che le sono state sottoposte dal Tar della Sicilia nella causa intentata dalla Sea Watch, Ong tedesca, contro l’Italia in merito a due provvedimenti di fermo delle autorità portuali. I giudici di Lussemburgo hanno stabilito che le imbarcazioni che fanno attività di ricerca e soccorso in mare possono essere oggetto di un controllo di conformità alle norme internazionali, da parte dello Stato di approdo e che provvedimenti di fermo possono essere adottati in caso di evidente pericolo per la sicurezza, la salute o l’ambiente. Una precisazione importante per chi, come noi, da anni denuncia le attività condotte in mare da alcune ONG straniere. Ci piace, infatti, ricordare a chi conduce questo business, che anche nelle conclusioni dell’avvocato generale della Corte di giustizia, viene riaffermato che il semplice fatto che una nave eserciti l’attività di ricerca e salvataggio in mare in modo sistematico non esonera tale nave dal rispetto delle prescrizioni ad essa applicabili in forza del diritto internazionale o del diritto dell’Unione, e non impedisce che detta nave sia oggetto di provvedimenti di fermo”.
Così in una nota Annalisa Tardino, europarlamentare siciliana della Lega, coordinatrice Id in commissione Libe.
-foto: ufficio stampa Tardino
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