ROMA (ITALPRESS) – Il 10 febbraio sarà in libreria “Mi hanno inoculato il vaccino sbagliato – l’insostenibile solitudine del virus” di Marco Mottolese, edito da Castelvecchi. Riunisce racconti e pezzi apparsi nel 2021 su Leggo. Il libro esce in coincidenza simbolica con la fine delle prime restrizioni in corso per prevenire il virus. “In quest’era sconosciuta e spaventevole c’è chi si è chiuso in casa, chi ha interrotti i rapporti con l’altro diventato nemico in quanto potenziale portatore di virus, chi si è attaccato a Netflix e agli altri device, chi è stato risucchiato nelle profondità dello smartphone come una stralunata Alice nel paese delle meraviglie hi-tech – spiega Silvestro Serra nella prefazione -. E poi c’è chi invece, come l’autore che, un po’ con la lente da Sherlock Holmes, un po’ con la penna di Georges Simenon, ha cercato di capire, di interpretare, di dare un senso a questo tsunami”.
“Il libro si chiude con una lettera al virus; io ho sempre pensato al passaggio della pandemia come una catastrofe a suo modo inaggirabile, come una guerra o uno tsunami – sottolinea Mottolese -, ma so che dopo un cataclisma il mondo cambia e allora ho voluto fare i conti con il virus, sapendo che una parte di “buono” la recava in sé: portava il cambiamento che l’uomo deve fronteggiare continuamente, solo che in certi casi, come in questo, il cambiamento è accelerato e dunque è utile osservare la vita in movimento, con l’attenzione dell’entomologo, se si vuole capire dove ci porta la buriana”. La lettera però si conclude invitando il “caro” virus a “togliersi di torno” perché quello che ha fatto ha fatto ma ora, prego, “lasciaci in pace, vorremmo fare da soli””.
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