Meloni “La liberazione di Cecilia Sala bella giornata per il sistema Italia”. “Rizzi nuovo direttore del Dis, e non ci sarà rimpasto di Governo”

ROMA - Conferenza stampa di fine anno della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni (ROMA - 2025-01-09, Stefano Carofei) p.s. la foto e' utilizzabile nel rispetto del contesto in cui e' stata scattata, e senza intento diffamatorio del decoro delle persone rappresentate

ROMA (ITALPRESS) – “Musk è una persona molto nota e facoltosa che esprime le sue posizioni. Quando mi si dice che è un pericolo per la democrazia io segnalo che non è il primo, di persone note e facoltose che esprimono le loro opinioni ne ho viste parecchie, spesso le esprimono contro di me. Il problema è quando delle persone facoltose utilizzano quelle risorse per finanziare partiti ed esponenti politici per condizionare le scelte politiche. Questo non lo fa Musk, questo lo fa Soros e quando è accaduto si è parlato di filantropi. Io questo pericolo per la democrazia non lo vedo. Nessuno ha fatto o fa una campagna antisemita su Soros, ma si potrà giudicare quello che fa? Lo considero molto più ingerente di Elon Musk. Quella è una ingerenza seria”. Così il premier Giorgia Meloni, nel corso della conferenza stampa annuale organizzata a Montecitorio dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti e dall’Associazione stampa parlamentare. Una lunga conferenza che ha toccato molti temi ma che ha visto in primo piano i rapporti con Elon Musk e il neo presidente USA, Donald Trump. “Sono abbastanza colpita da come alcune notizie false rimbalzino e diventino il centro del dibattito anche dopo le smentite come sul caso di un contratto firmato dal governo con Space X, parlo soprattutto dell’opposizione. Io valuto gli investimenti stranieri con l’unica lente degli interessi nazionali e non delle amicizie, non ho mai parlato con Musk di queste vicende. Su Space X siamo in una fase di istruttoria, è un tema molto delicato sul quale ho un atteggiamento laico”.
Sul conflitto tra Russia e Ucraina e il ruolo del tycoon, la premier sottolinea che non prevede “un disimpegno” su Kiev, “non leggo questo dalle dichiarazioni che ha fatto il presidente Trump, in più occasioni ha parlato di pace con la forza e ha dichiarato che proprio perchè vogliamo la pace non abbandoneremo l’Ucraina. L’unico modo di costringere la Russia a sedersi ad un tavolo di trattativa era quello di costruire una situazione di difficoltà. La guerra in Ucraina doveva durare tre giorni, a febbraio saranno tre anni, se oggi si parla di pace è perchè la Russia si è impantanata anche grazie al sostegno occidentale. Sul tema Groenlandia e Panama – prosegue – io mi sento di escludere che gli Usa nei prossimi anni tenteranno di annettere con la forza territori che interessano loro. Abbiamo già visto Trump presidente, quando fa una cosa la fa per una ragione. Penso che quello di Trump sia più un messaggio ad alcuni altri grandi player mondiali, piuttosto che rivendicazioni ostili nei confronti di quei Paesi”. Meloni commenta poi la visita lampo a Mar-a-Lago. “Il viaggio ‘non rituale’ era una idea nata durante l’incontro a Parigi, è stata l’occasione per confermare un rapporto che si annuncia molto solido, Italia e Usa hanno rapporti saldi e questo indipendentemente dal colore dei governi. Durante l’incontro a Mar-a-Lago abbiamo parlato soprattutto del piano generale senza parlare dei singoli dossier, il Presidente ad oggi è ancora Biden. L’accoglienza è stata al di là delle aspettative. Io confermo l’invito e che mi piacerebbe esserci, lo sto valutando con la compatibilità dell’agenda, ma se riesco partecipo volentieri”.
La conferenza si è aperta con un applauso per la giornalista Cecilia Sala rientrata ieri in Italia dopo 21 giorni di prigionia nel carcere di Evin in Iran. “Ieri è stata una bella giornata per il sistema Italia, è stata una bella giornata per me, non ho provato un’emozione più grande in questi due anni quando ho chiamato la mamma di Cecilia Sala. Su un caso così complesso intervengono moltissimi fattori. Non è un lavoro che ho fatto da sola, intervengono molte questioni, è stato un complesso lavoro di triangolazione diplomatica, con gli Stati Uniti e l’Iran. Non c’è stato un momento di svolta, sono stati messi insieme una serie di tasselli. Le interlocuzioni con l’Iran sono soprattutto di natura diplomatica e di intelligence. Per quanto riguarda il caso di Abedini il caso è al vaglio del ministero della Giustizia, tecnico e politico”. Sulle recenti dimissioni del capo del DIS, Elisabetta Belloni, “ho letto molte ricostruzioni che non corrispondono a verità, l’ambasciatrice Belloni ha deciso di anticipare la scadenza del suo incarico per evitare di finire nel tritacarne che di solito accompagna nomine così importanti. Elisabetta Belloni è un funzionario capace, di lungo corso la mia stima e il rapporto con lei sono inalterati – aggiunge -. Prevedo che il suo percorso non termini qui. Le vicende di questi giorni non c’entrano niente con le sue dimissioni”. Poi regionali, rimpasto, riforme.
Meloni ha poi risposto alla domanda dell’agenzia Italpress sul caso Sardegna: “Quello sulla decadenza della presidente Todde è un atto non definitivo. Ha annunciato ricorso e non voglio entrare nel merito, ma non sono il tipo che gioisce se qualcuno vince le elezioni e poi decade per questioni burocratiche e giudiziarie, a differenza di altri. Ma non è la prima volta che accade. Ricordo che la lista dell’allora Popolo delle Libertà alle elezioni regionali del Lazio non fu interamente ammessa per 10 minuti di ritardo – prosegue -. Sono cose sempre accadute, per quanto riguarda la Sardegna vedremo cosa accadrà, il percorso è ancora lungo”.
Per quanto riguarda la questione terzo mandato “gli uffici di Palazzo Chigi hanno fatto una ricognizione per capire se la questione compete allo Stato o se sia nella facoltà dello Stato nazionale. La nostra conclusione è che la questione riguarda un principio fondamentale e riguarda lo Stato nazionale. Nel Cdm di oggi impugneremo la legge regionale della Campania”. Quanto alle Regionali in Veneto, il premier ritiene che “quella di Fratelli d’Italia sia un’opzione che vada tenuta in considerazione. Ci saranno diverse elezioni regionali, importanti, delicate, abbiamo cominciato a parlare con gli alleati, non penso che il dibattito per il tramite della stampa aiuti. Come sempre valutiamo le condizioni migliori, l’obiettivo è vincere le elezioni”. Meloni auspica di arrivare alle prossime elezioni politiche “con una riforma del premierato approvata e questo comporta una legge elettorale tarata sul premierato, penso che la questione della legge elettorale sia soprattutto di materia parlamentare. Sulle modifiche richieste dalla Corte Costituzionale” sulla riforma dell’autonomia differenziata “credo che il governo debba andare avanti, in generale sui referendum che riguardano le riforme costituzionali cercherò di fare un passo indietro, considero essere un errore non stare nel merito della questione, poi dirò quello che penso di queste riforme”.
Infine, l’ipotesi di un ritorno di Matteo Salvini al Viminale. “Rimpasto è una parola alla quale sono abituata e sulla quale tendenzialmente non sono favorevole. Matteo Salvini sarebbe un ottimo ministro degli Interni, ha ragione quando dice che in assenza del procedimento giudiziario avrebbe chiesto e ottenuto il Ministero, ma anche Piantedosi è un ottimo ministro e non penso che allo stato attuale questa cosa sia all’ordine del giorno”, conclude.

– Foto Agenzia Fotogramma –

(ITALPRESS).

 

 

 

 

 

 

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