Medicina, Bernini “Non è l’abolizione del numero chiuso, ma del test d’ingresso”

NAPOLI (ITALPRESS) – “Non è l’abolizione del numero chiuso, si tratta dell’abolizione dei test d’ingresso che saranno sostituiti da un semestre in cui le studentesse e gli studenti faranno tre esami”. Lo ha detto il ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, a Napoli, al Centro Congressi dell’Università Federico II in via Partenope, durante Feuromed, il Festival Euromediterraneo dell’Economia. “Quindi – ha proseguito Bernini – a differenza di un test estremamente costoso, con un sottobosco di formazione incerto e tendenzialmente inutile, noi ora offriamo agli studenti una formazione caratterizzante di tre esami che potranno spendersi per medicina o per altre materie delle scienze e della salute. Il numero sarà aperto progressivamente, perché su questo sono d’accordo con chi propone spunti critici sul fatto che il nostro sistema possa reggere un’apertura totale. Il numero sarà aperto progressivamente nel senso che ogni anno noi apriremo di più, sulla base di una capienza e di una capacità di tenuta dell’università che valuteremo sul campo”.

LE PAROLE DEL MINISTRO

E sul Fondo di Finanziamento Ordinario: “Io non ho tagliato il Fondo di Finanziamento Ordinario, che è la principale risorsa dell’università per il 2025. L’ho aumentato. È diventato – ha proseguito Bernini – di 9 miliardi e 400 milioni, cioè 336 milioni in più rispetto all’anno scorso, che sarà una dotazione anche dedicata alla gestione di tutte le criticità logistiche che le università potranno avere, proprio aprendo in maniera indiscriminata il primo semestre a medicina e chirurgia, oltre che odontoiatria e veterinaria, naturalmente, ma quelli sono numeri diversi”.

Quindi, il ministro sostiene che questo sia il momento della collaborazione. “Non posso pensare – ha concluso – che i rettori o qualsiasi critico della riforma preferisca le aule vuote alle aule piene, preferisca vampirizzare le famiglie e gli studenti con dei test, con delle formazioni su test inutili, che preferisca costringere le nostre studentesse e i nostri studenti ad andare a studiare fuori perché non hanno passato un numero chiuso del tutto casuale, come un lancio della monetina, magari andando a formarsi molto meno bene che in Italia, in Europa, in qualche sede decentrata di qualche università italiana, perché questa è una simulazione di numero chiuso, non è un vero numero chiuso. È solo costringere gli studenti a formarsi spendendo tanto, tanto di più. Questo noi non lo vogliamo fare”.

– foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

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