CAGLIARI (ITALPRESS) – “Con questa giornata si riparte dal centro della scuola. Il centro, il cuore, la ragione della scuola siete voi. Bambine, bambini, ragazzi giovani. Vi auguro un anno di crescita, di amicizia, di soddisfazione, di gioia, di incontro con gli altri. La scuola accende la nostra speranza”. Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, chiudendo la cerimonia di apertura dell’anno scolastico dal Convitto nazionale di Cagliari. La serata, presentata dalla conduttrice Rai Eleonora Daniele, ha visto la partecipazione di numerosi ospiti del mondo dello spettacolo, dello sport, della scienza e dei social, davanti a una platea di circa 2 mila persone tra giovanissimi studenti, insegnanti e autorità. In platea, oltre al Capo dello Stato, anche il ministro Giuseppe Valditara, il numero uno de Coni Giovanni Malagò, la governatrice Alessandra Todde e il sindaco di Cagliari Massimo Zedda. “Una scuola che valorizza i talenti è una scuola costituzionale, che incarna il valore supremo della dignità della persona umana”, ha affermato Valditara salito sul palco poco prima del presidente Mattarella per il suo personale augurio di inizio anno scolastico. Sul palco anche le stelle della musica come Arisa, applauditissima dai ragazzi e dalle ragazze in platea che hanno cantato i suoi successi, ma anche il maestro Giovanni Allevi che ha regalato emozioni con il suo pianoforte. Momento di grande commozione quando sul palco è salita la signora Teresa Manes, madre di Andrea Spezzacatena, ragazzo morto suicida perchè vittima di bullismo. Applauditissime anche le campionesse olimpiche di casa, Marta Maggetti e Alessia Orro, quest’ultima arrivata insieme a una delegazione della squadra di pallavolo che ha visto la partecipazione di Paola Egonu e del ct Julio Velasco.
Con loro sul palco anche il presidente del Comitato Paralimpico Luca Pancalli, reduce dal grande successo delle Paralimpiadi. “Un applauso a tutti gli insegnanti di sostegno che spesso non ricordiamo, per quello che fanno quotidianamente – ha detto Pancalli -. E a Parigi con le Paralimpiadi ha vinto tutto il Paese, dalla presenza del nostro presidente della Repubblica, alla presenza della Rai che ha garantito e consentito a tanti italiani di conoscere le storie dei nostri atleti e di appassionarsi”. E poi le esibizioni delle scuole con balli e canti, il monologo dell’influencer Edoardo Prati acclamatissimo e la spiegazione in parole semplici dell’intelligenza artificiale da parte del fisico Valerio Rossi Albertini.
“La scuola è movimento. Non si ferma – ha detto Mattarella – E’ una strada su cui camminare insieme, giovani e adulti. E’ palestra, innanzitutto, di vita. Per le conoscenze, indispensabili, che trasmette. Per i valori, preziosi, che propone: fiducia, responsabilità, dialogo, accoglienza, rispetto.
Trasmette cultura e conoscenza, forma professionalità e competenze, sempre più necessarie in un mondo che reclama, sempre più, sapere e preparazione. La scuola educa a essere cittadini consapevoli dei propri diritti e dei propri doveri, sviluppa il senso di comunità, fa sperimentare la convivenza”.
E sulle nuove tecnologie esorta: “La scuola non può restare ferma ma si deve inserire efficacemente nell’innovazione e nel cambiamento, così da contribuirvi, rendendo i ragazzi partecipi e protagonisti. Il futuro non deve incutere paura. I nuovi orizzonti sono essi stessi frutto dell’ingegno e dell’opera umana. Il nodo della questione non riguarda le nuove scoperte e le nuove intuizioni, ma l’uso – benefico o fraudolento – che se ne intende fare. I processi di conoscenza e di nuove opportunità non si arrestano: ma bisogna governarli e orientarli al bene comune. Non possiamo e non dobbiamo abbandonare i ragazzi a una chiusura solitaria, in un mondo dominato dalla tecnologia in cui talvolta rischiano di essere imprigionati. Lo smartphone è uno strumento che aiuta nella vita quotidiana, ma non è, non rappresenta la vita, che è molto più complessa, ricca, emozionante”. Poi un passaggio sul bullismo e sul cyberbullismo: “Purtroppo, nonostante i tanti sforzi, bullismo e cyberbullismo sono tuttora diffusi tra i nostri giovani. Occorre rinnovare un’azione rivolta a reprimere e a prevenire, incidendo sulle cause profonde – frustrazione, mancanza di modelli positivi, paura del futuro – che provocano momenti così gravi e inaccettabili. Non possiamo più chiudere gli occhi di fronte a tanti fatti di cronaca, a tanti episodi di varia gravità ma tutti intollerabili”.
Mattarella affronta anche l’argomento della dispersione scolastica, esortando a proseguire “l’opera per rimuovere gli ostacoli, di natura economica, sociale e culturale, che impedisce ai giovani di frequentarla o di sfruttare pienamente le sue opportunità”. Poi sull’integrazione e l’inclusione: “Vi sono vari e diversi fronti da curare con impegno e attenzione costanti: nei confronti dei portatori di disabilità, nei confronti dei meno abbienti, nei confronti degli immigrati. E’ un impegno che viene richiesto dalla Costituzione”. Infine l’appello alle famiglie: “I genitori devono essere sempre attenti a non trasferire le loro ansie di successo sui ragazzi. Devono vedere nei docenti non una controparte ma interlocutori che aiutano nella formazione, evitando di trasmettere ai ragazzi un senso di indifferenza o addirittura di superiorità rispetto alle regole che ne distruggerebbe il futuro. Qualche insuccesso, i richiami aiutano a crescere. Non si dà una mano ai ragazzi se si imposta una dinamica di scontro con la scuola o di sfrenata competizione tra gli stessi studenti”.
“La scuola può molto, ma non può tutto. Una partecipazione attiva e positiva delle famiglie è essenziale nel processo educativo. Purtroppo si registrano segnali che il patto educativo tra famiglie e insegnanti sia a volte incrinato. Occorre ricostruirlo ovunque. Con pazienza e fiducia”, ha auspicato Mattarella a conclusione del suo discorso.
– Foto ufficio stampa Quirinale –
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