Si è conclusa con un arrivederci al 23 luglio 2019 la tre giorni di preview di “Architettura della Vergogna”, progetto di Matera Capitale Europea della Cultura 2019 co-prodotto dal collettivo Architecture of Shame e dalla Fondazione Matera-Basilicata2019. Una parte degli eventi si sono tenuti nell’istituto scolastico “Nitti”. Basti pensare alla premiazione del collettivo internazionale (composto da italiani, tedeschi e francesi) che ha vinto il concorso di progettazione per rione “Serra Venerdì” – attraverso il quale nel 2019 si produrrà un intervento sui giardini del quartiere in collaborazione con la comunità locale – e all’incontro su tematiche architettoniche attraverso le voci del presidente dell’Ater di Matera, Vito Lupo, del rappresentante di Federcasa, Alessandro Almadori, di Stefania Spiazzi dell’Ater Venezia, del vicesindaco di Matera, Giuseppe Tragni e del direttore di Matera 2019, Paolo Verri. Le attività si sono svolte anche nell’Archivio di Stato di Matera (partner del progetto) con un focus sulla scrittura di “tre lettere al parlamento” sulle case popolari: tre tavoli di discussione sui temi di “Futuro, Archivi e Metodi di riqualificazione” hanno visto alternarsi autori, artisti, studiosi e rappresentanti delle istituzioni italiane ed europee di alcuni tra i progetti più innovativi che oggi stanno proponendo una ri-osservazione delle case popolari europee.
A conclusione dell’iniziativa sono state scritte tre lettere nelle quali i temi della mattinata hanno assunto la forma di una proposta di focalizzazione legislativa sul tema dell’housing sociale e delle trasformazioni di cui il governo dovrà tenere conto in un tempo di grandi cambiamenti. I documenti verranno esposti durante la mostra di Architettura della Vergogna del 2019 e faranno parte del dossier che sarà presentato al Parlamento italiano nel 2020 frutto di questi anni di lavoro sulle case popolari. A partire da queste lettere sarà avviata un percorso di sensibilizzazione dei rappresentanti politici, che saranno invitati a porre Matera nell’anno della Capitale Europea della Cultura come stimolo per riattivare un’attenzione sulle case popolari e sulla qualità della progettazione di cui la città dei Sassi è grande custode.