“Il congresso anticipato e le primarie possono essere una grande occasione. Però, non ci basta una domenica al gazebo: abbiamo bisogno di fare un congresso di tipo nuovo, profondo, costituente”.
Lo ha detto il segretario reggente del Pd, Maurizio Martina, aprendo l’assemblea nazionale del Partito Democratico. “Non credo si debba andare oltre al Pd, non credo si debba fare un passo indietro, credo a un nuovo centrosinistra alternativo ai Cinquestelle, alla Lega e a Forza Italia”, ha aggiunto Martina.
“Abbiamo perso male, abbiamo sbagliato: penso che ci sia mancato il contatto con il bisogno. Le tante cose coraggiose che abbiamo fatto vanno rivendicate. Dico grazie a Paolo Gentiloni e a tutti i ministri per aver coinvolto il Paese con serietà. Dobbiamo rilanciare alcune delle nostre battaglie concrete. Penso alla nostra battaglia per sconfiggere la povertà assoluta. C’è bisogno del Pd, c’è bisogno di tutti noi, abbiamo delle grandi sfide da affrontare” ha spiegato. “Noi non possiamo che essere la cura per questo Paese: serve un percorso dal basso, occorre tornare a prendersi cura del partito, dei nostri circoli e dei nostri iscritti. Dobbiamo ricomiciare ad ascoltarci di più e a parlare un pò meno”, ha osservato.
Quindi “se è vero che i nuovi movimenti salgono alla ribalta c’è molto di profondo che noi dobbiamo capire per costruire l’alternativa”: Per Martina “Il contratto Lega-Cinquestelle rivela il cambio radicale che il voto ha prodotto e quale idea della democrazia hanno se riducono tutto a un contratto tra due leader. I contenuti di questo contratto sono di destra: sono politiche di destra. Si tratta di un’opera a metà tra il libro dei sogni e quello degli orrori: prima bisogna avere l’umiltà di studiarla la storia, per non ripetere vecchi errori”.
Infine una promessa: “Non consentiremo che l’Italia esca dai progetti guida dell’Ue: noi rilanciamo la nostra battaglia per la nuova Europa, contro le derive nazionalistiche. Con questo contratto di Governo state riportando l’Italia nel passato: non ve lo consentiremo. State riportando l’Italia nel passato non nel futuro: è un contratto della paura e renderà il Paese più debole, non più forte”