Marotta “Lega autonoma, Inter per coppa e scudetto”

‘Ciclone Marotta: ‘La mia Inter vuole tutto”. Il titolo della Gazzetta dello Sport. ‘Il calcio ha toccato proprio il fondo, Inter sempre più in alto’, quello del Corriere della Sera. Entrambi i quotidiani ospitano due lunghe interviste all’amministratore delegato nerazzurro, Beppe Marotta, rilasciate dopo un importante Consiglio Federale. ‘Abbiamo appena finito di prendere gli schiaffi’, dice il dirigente che rivendica un ruolo diverso per la Lega di A, l’unica contraria alle decisioni prese: in caso di stop il campionato si conclude con playoff e playout o con l’algoritmo. ‘E’ l’ulteriore prova di come non ci sia un equilibrio di governance all’interno del sistema calcio. Serve una legge-quadro che regolamenti lo sport e il nostro mondo. Una volta la Serie A era la locomotiva dell’intero sistema – dice Marotta -. Ora la situazione è ingestibile: la Lega garantisce il 90% del fatturato, un gettito intorno al miliardo, eppure non ha una sua autonomia. Ecco perché guardo con molta ammirazione alla Premier League, modello di grande autonomia gestionale e regolamentare, pur in presenza di un diritto di veto da parte della FA. La Premier è una s.p.a., con un board che è lo strumento per mantenere il rapporto tra le varie componenti, anche in ottica di ripartizione delle risorse. Il board porta in assemblea le sue proposte, che vengono votate. Così si evita ogni tipo di contrasto”.
Secondo Marotta “serviva maggior sensibilità, è un discorso che riguarda tutti. Il calcio avrebbe dovuto sfruttare questo periodo per un dibattito sereno. Bisognava suggerire soluzioni, ragionare su un orizzonte molto più ampio di una singola stagione. E invece qualcuno si è perso in atteggiamenti egocentrici, in esibizioni muscolari”. Su Gravina dice: “È un dirigente esperto e preparato che può dare molto al sistema. Ma oggi quel che non funziona non sono gli uomini, è la governance. Abbiamo toccato il fondo. Le società devono essere più coinvolte e attive, come accade con Uefa e Eca”. Il campionato riparte e secondo Marotta è giusto dire ‘abbiamo dovuto riprendere’. Anche se comprimere in due mesi tutte le partite ci porta a grandi rischi patrimoniali, legati ai possibili infortuni. Oltre che all’incertezza sullo spettacolo, forse”. Per Marotta l’alternativa era “unificare l’anno solare e predisporre un format diverso per il prossimo campionato, questa poteva essere l’idea”. Quarantena e diritti tv: “La prossima battaglia che spetta a Gravina e a Dal Pino: far capire ai nostri governanti che una quarantena così pensata genera incertezze. Speriamo che la curva dell’epidemia diminuisca e che il Cts possa rivedere la sua posizione. Sui diritti tv, spero che con i broadcaster si trovi una soluzione: per i club, senza i versamenti delle tv, è un grosso guaio”.
Un campionato senza tifosi per Marotta conzionza “anche i calciatori”, ma bisogna portarlo a termine e l’Inter vuole farlo al meglio puntando anche su un campione come Lautaro Maretinez che sembra destinato al Barcellona. “Resti concentrato sul presente, c’è una stagione che riprende, ci sono obiettivi da centrare, possiamo toglierci soddisfazioni, i giocatori devono essere protagonisti. Non c’è la volontà della proprietà di vendere Lautaro: è giovane, ha il futuro dalla sua ed è un elemento funzionale per Conte. Poi, certo, c’è una clausola. Non so cosa pensi il Barcellona. Io spero che non paghino la clausola. E in caso di addio, arriverà un altro top player. Cavani? Una delle opportunità, ma in questo momento è piuttosto lontano dall’Inter”. Meglio concentrarsi su Tonali e Chiesa. “Non nascondo che siano due talenti. La Fiorentina ha aspettative economiche elevate, per Chiesa chiede forse anche più di 70 milioni. Tonali? E’ più abbordabile, un’operazione che si può costruire in maniera migliore. Ed è un ragazzo che è ancora in fase di crescita. Zaniolo richiede un investimento elevatissimo, non ci sono le condizioni economiche per affrontare il discorso”.
Soddisfatto dell’operazione Icardi (“Siamo stati bravi”) prende tempo su Nainggolan e si concentra su Eriksen. “Il danese è un gioiello, un grande giocatore. Conte è il direttore d’orchestra, è lui che deve creare il giusto equilibrio tattico. Questi due mesi sono indicativi per conoscersi meglio: vale per il calciatore, vale anche per Conte”. A proposito del tecnico, secondo Marotta con lui “la crescita si è notata, sul piano culturale e su quello sportivo. Adesso non bisogna porsi limiti, l’asticella va alzata. Stiamo portando avanti la missione della proprietà Suning. Vogliamo vincere. C’è la Coppa Italia, la vediamo davanti a noi, anche se al momento un po’ da lontano. Dobbiamo cercare di prendere in mano quel trofeo”. E c’è anche il sogno scudetto non ancora svanito. “Ho visto la squadra molto carica come il suo allenatore: mi ha fatto piacere. In un campionato così anomalo, può accadere di tutto. Conosciamo la forza degli avversari, ma dobbiamo avere ambizione. Poi serviranno circostanze favorevoli, come non avere infortuni nei momenti chiave”. Il suo desiderio è “andare in pensione con qualche altro trofeo vinto. Con l’Inter, ovvio, le voci su un mio addio sono un fake news”.
(ITALPRESS).

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