ROMA (ITALPRESS) – Si è conclusa la conferenza “Oceani e Salute. Pensavamo di rimanere sani in un mondo malato” organizzata dall’Ambasciata Italiana presso la Santa Sede e da Marevivo in occasione della Giornata Mondiale degli Oceani e trasmessa in diretta streaming sulle pagine Facebook dell’Ambasciata, di Marevivo e di TeleAmbiente, media partner dell’iniziativa.
Scienziati, artisti, rappresentanti delle Istituzioni si sono alternati in questa giornata, tutti uniti in un unico messaggio: non è più possibile illudersi di essere sani in un Pianeta malato, e tutelare la risorsa mare significa anche tutelare la nostra salute.
“Quando parliamo di ambiente, di oceani, un ricamo non basta. Ci vuole qualcosa di più profondo – ha esordito Pietro Sebastiani, Ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede -. Papa Francesco rispondendo al lancio di un progetto UNEP e FAO, ha parlato di ripristino, di restaurare, questo ci impone qualcosa di più profondo che non un semplice rammendo. Oceani e il legame con la salute ma legami con molti altri temi”.
Il collegamento fra salute, Pianeta ed economia è stata al centro anche dell’intervento di Rosalba Giugni, presidente di Marevivo: “Oggi il mondo si sta trovando ad affrontare tre crisi, tutte insieme: quella sanitaria, quella economica e quella ambientale da cui scaturiscono le altre. Transizione ecologica vuol dire cambiare l’energia, abbandonare combustibili fossili e passare alle fonti rinnovabili. E’ fondamentale inoltre andare verso una transizione alimentare, smettendo di depredare i nostri mari e le loro risorse: il mare è sotto attacco ovunque! Inquinamento, pesca industriale, sfruttamento. Non possiamo più permettercelo. Il mare è nostra madre, dove è nata la vita. Come stiamo trattando Madre Mare?”.
L’impatto dell’inquinamento sul Pianeta è stato ampiamente documentato negli anni, ma recentemente un’importante scoperta ha acceso i riflettori del suo impatto sulla salute umana. Nel 2020 infatti una ricerca condotta dal professor Antonio Ragusa dell’Ospedale S. Giovanni Calibita – Fatebenefratelli insieme al Politecnico delle Marche ha riscontrato tracce di microplastiche nella placenta delle donne, una notizia che, data la sua portata, ha avuto risonanza internazionale: “In soli cinquant’anni siamo passati dal concepire la plastica come panacea universale a qualcosa che arriva fino ai nostri bambini” ha spiegato Ragusa. “Si tratta di un discorso di tipo cognitivo, ma non dobbiamo aspettare di trovare la plastica nell’utero delle donne per capire ciò che stiamo facendo al mondo”.
Il tema dell’inquinamento è stato affrontato anche da Maria Cristina Finucci, artista e presidente del Garbage Patch State: “Il mio Stato si chiama Garbage Patch State ed è il più grande del mondo, con le sue oltre cinque isole di plastica presenti nell’oceano. Togliere la plastica dai mari è impossibile, perciò dobbiamo agire sui fiumi e farlo subito”.
E’ necessario dunque un cambio di mentalità e percezione, e molto può essere fatto al livello istituzionale e internazionale.
Molto critica su questo ultimo punto la senatrice e oceanografa Virginia La Mura: “Le politiche europee sull’ambiente non sono efficaci per proteggere gli ecosistemi e riportare i mari al buono stato ecologico, nè per riportare la pesca a livelli sostenibili, come riconosciuto dalla Corte dei Conti Europea nel 2020”, ha spiegato la senatrice durante l’incontro.
“La nostra biodiversità, quella europea ma soprattutto quella del mare italiano, è degradata al punto che molte specie marine e molti habitat sono a rischio estinzione”, ha aggiunto La Mura ricordando che questo drammatico scenario è stato confermato anche dall’Agenzia Europea, per la quale solo il 6% degli stock esaminati rispondono ai criteri di una pesca sostenibile.
L’incontro è stato concluso dal ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Luigi Di Maio, che ha sottolineato quanto il tema ambientale sia sempre più presente a livello internazionale, come dimostra il fatto che sono sempre di più gli Stati che nominano l’inviato speciale per il clima. Dopo aver ricordato il ruolo centrale degli oceani nella tutela della salute umana, Di Maio ha sottolineato l’importanza e l’urgenza di garantire loro protezione, evidenziando i passi avanti fatti dal nostro Paese.
“L’Italia è in prima linea nella lotta al cambiamento climatico e sostiene l’obiettivo di portare al 30% entro il 2030 l’estensione delle Aree Marine Protette sul totale della superficie marina globale. Lo stesso obiettivo è anche al centro della dimensione ambiente del G20 italiano che dedicherà particolare attenzione ai mari, promuovere consumo circolare di plastica e economia blu”, ha concluso Di Maio sottolineando la necessità, da sempre evidenziata da Marevivo, di garantire una governance integrata del mare tanto a livello nazionale quanto a quello internazionale: “Il modello più efficace di governance del mare si basa su relazioni solide fra i numerosi attori pubblici e privati, istituzionali e della società civile che agiscono sul mare e che sono coinvolti nella definizione delle politiche in materia. Rafforzare l’azione dello Stato sul mare in un’ottica sempre più integrata, interministeriale, interagenzia è essenziale e credo che l’idea del coordinamento debba essere sposata il prima possibile”.
Anche in base alle ultime dichiarazioni del ministro Di Maio, Marevivo ribadisce l’urgenza dell’istituzione di una Cabina di Regia per la governance del mare e della creazione di un Istituto Nazionale del mare anche per una gestione olistica integrata del PNRR per il mare.
(ITALPRESS).
Marevivo “Mare sotto attacco, smettiamo di depredarlo”
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