Allegri c’è l’ha con i filosofi. Bontà sua precisa: allenatori filosofi. E sbaglia comunque. Quelli di cui parla sono pippe. Uno solo ebbe diritto al titolo, Manlio Scopigno, ma non perché dicesse sciocchezze come i colleghi (?) che il Conte Max ha voluto bacchettare. Di tattica parlava, Manlio, ma solo per il piacere di conversare sorbendo China Martini. Si fidava molto di più dei preparatori fisici, sostenendo che in battaglia un predatore vigoroso potesse contrare un avversario virtuoso. Forse ispirato dal fatto che Gigi Riva era vigoroso e virtuoso. Se gli dicevi che c’era il fenomeno da panchina che “vedeva” la partita e poteva intervenire con mosse azzeccate, allora ti spiegava che i campi sono a schiena d’asino e che dalla panca non si vede una mazza. Filosofo era perché parlava di uomini, di sentimenti, di valori e il suo Cagliari era concentrazione di tutto questo.
Allegri ha visto sparire il “filosofo” Giampaolo che peraltro aveva cercato di erudire; ha appena registrato il tonfo di Sarri che qualche opinionista teorico del Bel Giuoco ha venduto agli sciocchi come mago; penso sia molto soddisfatto che la panchina che fu sua, a Cagliari, sia oggi occupata da Maran. Che non filosofeggia ma fa cose, fa risultati anche quando – come ieri – il giovane progressista De Zerbi lo inguaia; ma lui risale con finta pazienza e ti sbatte il Ragatzu giusto al momento giusto. Quarto posto dietro la Lazio, sembrano tornati gli anni Settanta. Neanche Maestrelli si portava da filosofo, eppure anche lui, come Manlio, vinceva perché sapeva distinguere gli uomini dai frilli. Come l’anno prima Pesaola, vincitore con una Fiorentina estremamente pratica: il Chiesa che oggi affonda la Viola con i capricci tollerati dal debole Montella non sarebbe campato un giorno, con il Petisso. Consiglio a tecnici e opinionisti di rivedere quelle stagioni che esprimevano anche un azzurro intenso, l’unico titolo europeo nel ’68, Italia-Germania 4-3 nel ’70 e Chinaglia. Mi fa tornare in mente, Giorgione eroe dei due mondi – Carrara, Cardiff, Internapoli, Roma, New York e Naples, parola fine – che c’è un ragazzo sbalestrato, un po’ com’era lui prima di Maestrelli: è Mario Balotelli. M’ero giurato di non parlarne più ma un gol da tre punti per Cellino me lo riporta sulla penna. Diomio, quanto Cagliari …
MARAN NON FA IL FILOSOFO E IL CAGLIARI E’ QUARTO
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