MANOVRA, NUOVO RINVIO AL SENATO

Slitta ancora l’approdo del maxiemendamento del Governo alla manovra nell’Aula del Senato ed è scontro tra la maggioranza e le opposizioni sul calendario dei lavori.

In base a quanto stabilito dalla conferenza dei capigruppo e poi approvato dall’Aula, il maxiemendamento sarà depositato sabato 22 dicembre alle 14, la discussione generale è in programma alle 16, se poi il governo confermerà l’intenzione di porre la fiducia seguiranno le dichiarazioni di voto a partire dalle 20.30 e poi la prima chiama. Saltato quindi il programma che prevedeva le dichiarazioni di voto la sera del 21 e il voto in notturna.

Il gruppo del Pd alla fine della seduta ha occupato l’Aula del Senato. Il capogruppo dem Andrea Marcucci ha denunciato “l’atteggiamento scandaloso del governo e della maggioranza sulla manovra” e ha anche sollevato la polemica sulla decisione di ospitare il 22 dicembre nella Sala Koch di Palazzo Madama la conferenza stampa di fine anno del premier. “Domani Conte sarà al Senato a parlarci di una manovra che nessuno ha visto? E’ ora di farla finita di umiliare le istituzioni. Non è accettabile questo calendario, è un attacco vergognoso alla democrazia”, ha detto Marcucci.

Critiche alla scelta di ospitare la conferenza stampa di Conte in Senato prima dell’esame del maxiemendamento anche dalla capogruppo di Forza Italia Anna Maria Bernini, per la quale “sta avvenendo una cosa sconcia, questa è la Caporetto del governo, che non è in grado di produrre un maxiemendamento”. In serata il nodo si è sciolto, con la decisione della Presidenza del Consiglio, in accordo con Ordine dei Giornalisti e Associazione Stampa Parlamentare, di rinviare la conferenza stampa alla prossima settimana.

Quello delle opposizioni contro il calendario votato dalla maggioranza è un fronte compatto, che con toni diversi unisce anche Leu e Fdi, ma la proposta alternativa di votare domenica 23 per avere più tempo da dedicare all’esame del provvedimento è stata bocciata.

A M5S e Lega è arrivato anche un richiamo dalla presidente del Senato. “Pur comprendendo le difficoltà del Governo, anche nell’interlocuzione con l’Unione Europea, mi corre l’obbligo di invitare la maggioranza e il Governo ad avere un percorso legislativo più regolare, non con questa tempistica a singhiozzo. Un percorso rispettoso dell’Assemblea del Senato”, ha detto Maria Elisabetta Alberti Casellati.

Poco prima, da Palazzo Chigi, il premier Giuseppe Conte si era detto “dispiaciuto per i parlamentari” che non hanno avuto il tempo di esaminare a fondo la manovra, “ma nessun imbarazzo né senso di colpa. L’importante era chiudere bene la trattativa” con l’Unione Europea.

In Aula la maggioranza non nasconde la complessità del momento, ma tiene il punto. “L’Europa appena mercoledì ha sciolto le riserve sulla procedura d’infrazione. Noi siamo riusciti a tenere insieme le esigenze di bilancio e quelle dei cittadini. Ho sentito parlare di Caporetto, ma questa non è una Caporetto, è una grande vittoria politica di questa maggioranza”, ha detto il capogruppo del M5S Stefano Patuanelli.

“Ci assumiamo la responsabilità e chiediamo scusa per il ritardo, giustificato per il negoziato europeo. Ma è forse la prima volta che la manovra la scrive il governo italiano, quindi ci vuole più tempo rispetto al copia-incolla della manovra di Bruxelles degli anni scorsi. La Ragioneria dello Stato non era abituata…”, ha detto il capogruppo della Lega Massimiliano Romeo.

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