“Sono qui per esprimere la vicinanza delle istituzioni a una terra martoriata e dire basta a queste tragedie, non possiamo più piangere morti davanti a situazioni ambientali di questo tipo”. Lo ha detto il presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, che ha visitato il luogo dove, tra San Pietro Lametino e San Pietro a Maida, hanno perso la vita Stefania Signore e il figlio Cristian di 7 anni travolti da un’ondata di fango. Continuano ancora le ricerche dell’altro figlio di due anni, Nicolò, che risulta ancora disperso. La Procura di Lamezia Terme sulla vicenda ha aperto un fascicolo d’indagine con ipotesi di omicidio colposo plurimo. La Casellati ha incontrato anche Angelo Frija, marito di Stefania e papà dei due bambini, con il quale ha interloquito per diversi minuti.
“Serve un’azione forte da parte dello Stato – ha proseguito Casellati – e la Regione Calabria ha già dichiarato lo stato di emergenza. Ormai non si può parlare di emergenza, è un termine che deve essere bandito dall’agenda politica e istituzionale. In Calabria c’è un pericolo costante e lo Stato è chiamato a mettere in atto tutte le misure necessarie per monitorare il sistema ambientale e idrogeologico, in presenza di tragedie ripetute. Abbiamo statistiche che ci dicono che negli ultimi 18 anni si sono registrate 36 alluvioni contro le 34 degli ultimi cinquant’anni. Questi fenomeni non sono emergenziali e straordinari, il pericolo è costante e non possiamo più stare a guardare. Dobbiamo agire tempestivamente per fronteggiare i cambiamenti climatici, le bombe d’acqua sono un fenomeno ormai usuale, non possiamo ignorarlo”.