Malta, premier Abela chiede riforma Cedu in tema di asilo

LA VALLETTA (MALTA) (ITALPRESS/MNA) – Il primo ministro di Malta,
Robert Abela, ha confermato che il suo Paese “spingerà per una
riforma della Convenzione europea dei diritti umani (Cedu)”.
Abela ha espresso in un’audizione parlamentare le proprie
preoccupazioni per il fatto che l’interpretazione del testo da
parte della Corte europea dei diritti umani possa ostacolare gli
sforzi dei Paesi europei nel contrastare l’arrivo di richiedenti
asilo. Malta, ha aggiunto Abela, promuoverà una “riforma della
convenzione” quando assumerà la presidenza del Comitato dei
ministri del Consiglio d’Europa per un mandato di sei mesi a
partire da maggio. Il premier ha precisato di avere mosso le
proprie osservazioni durante un incontro incentrato sulla
migrazione, organizzato dai primi ministri di Italia, Paesi Bassi
e Danimarca, in occasione del recente vertice dell’Ue.
All’incontro hanno partecipato anche i leader di Austria, Belgio,
Cipro, Repubblica Ceca, Grecia, Ungheria, Lettonia, Polonia e
Svezia, oltre alla presidente della Commissione europea Ursula von
der Leyen. Abela ha dichiarato che i leader nazionali presenti
hanno sostenuto la posizione di Malta sulla questione. Il primo
ministro maltese ha ripetutamente criticato quella che ha definito
un’interpretazione “restrittiva” della Cedu, redatta
originariamente nel 1950 dal Consiglio d’Europa. Ha sostenuto che
questa interpretazione limita la capacità dei paesi di gestire
efficacemente i flussi di richiedenti asilo. Pur sottolineando
l’impegno continuo di Malta nel rafforzare i diritti umani, Abela
ha chiarito che tali protezioni dovrebbero essere applicate solo
quando effettivamente giustificate. Secondo il primo ministro,
inoltre, la Corte europea dei diritti dell’uomo sta limitando la
capacità dei Paesi di trasferire i richiedenti asilo in altri
Stati. Abela ha osservato che la Corte con sede a Strasburgo
considera spesso pericolosi “interi Paesi” basandosi sulla
valutazione di singole regioni, citando l’esempio di un Paese
etichettato come non sicuro semplicemente perchè il “5%” del suo
territorio lo è. Ha chiesto una reinterpretazione del principio di
non respingimento, che vieta l’espulsione di individui verso Paesi
in cui la loro vita o libertà potrebbero essere minacciate, come
sancito dalla Convenzione di Ginevra.

– Foto Department of Information Malta –

(ITALPRESS).

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