LA VALLETTA (MALTA) (MNA/ITALPRESS) – Diverse ONG maltesi hanno condannato la repressione del governo nei confronti dei cittadini di paesi terzi a Malta, affermando che tali azioni “creano un clima di paura e insicurezza” e violano il principio fondamentale secondo cui “tutti gli esseri umani nascono liberi ed uguali in dignità e diritti” come sancito nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Ciò avviene in un momento in cui dozzine di cittadini etiopi che hanno vissuto e lavorato legalmente nel paese per un massimo di 19 anni si trovano ad affrontare arresti improvvisi e deportazioni. Questa azione, parte di una più ampia repressione nei confronti dei cittadini di paesi terzi, ha suscitato aspre critiche da parte di organizzazioni per i diritti umani ed esperti legali che mettono in guardia da potenziali violazioni dei diritti umani e da un preoccupante spostamento verso pratiche autoritarie. Molte delle persone colpite hanno costruito famiglie e hanno contribuito all’economia maltese per quasi due decenni. Un membro della comunità etiope, arrivato a Malta come minore non accompagnato nel 2005, ha espresso la sua angoscia: “Malta è la mia casa. Abbiamo lavorato, pagato le tasse e non abbiamo causato problemi. Adesso veniamo trattati come criminali. Come gli animali. Una coalizione di ONG ha espresso profonda preoccupazione per il maltrattamento dallo Stato a questi individui vulnerabili. In una dichiarazione congiunta, le ONG hanno condannato gli arresti, sostenendo che tali azioni creano un “clima di paura e insicurezza” non solo tra la comunità etiope ma anche tra altri gruppi emarginati a Malta. Le ONG hanno sottolineato che la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, all’articolo 1, afferma chiaramente che “tutti gli esseri umani nascono liberi ed uguali in dignità e diritti”. Affermano che il trattamento a questi etiopi è una violazione diretta di questo principio fondamentale. La coalizione ha chiesto al governo maltese di “fermare immediatamente queste pratiche disumane” e di sostenere i diritti umani fondamentali di tutti gli individui, indipendentemente dalla loro nazionalità o status di immigrazione. L’Ufficio del Commissario per l’infanzia ha esortato il governo a “procedere con cautela”, sottolineando che i bambini nati o cresciuti a Malta “conoscono Malta solo come la loro casa” e non dovrebbero vivere nella paura della deportazione. Il Commissario ha chiesto la regolarizzazione dello status delle famiglie migranti stabili per salvaguardare i diritti fondamentali dei bambini. Le azioni del governo maltese sembrano essere guidate dall’opinione pubblica. Il primo ministro Robert Abela ha recentemente ammesso che la repressione sui cittadini di paesi terzi è stata una risposta alle preoccupazioni dell’opinione pubblica, nonostante le precedenti affermazioni del governo sulla necessità di manodopera straniera per soddisfare le richieste del mercato.(ITALPRESS).
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