Lunedì sarà un giorno importante per lo sport italiano. Il numero 1 del Coni, Giovanni Malagò, ha infatti annunciato, nel corso di un’intervista rilasciata ai microfoni di Rai Radio2 per il programma “I Lunatici”, che verrà consegnato al ministro Spadafora il protocollo per la ripresa delle attività. “Ci siamo battuti per cercare di dare delle risposte nel più breve tempo possibile a tutto il nostro mondo. Parliamo di 12 milioni di tesserati, 18 milioni di amatoriali, abbiamo fatto un gran lavoro che a breve consegneremo al Governo integrando un protocollo sanitario, scientifico, da parte della federazione medico-sportiva, i nostri interlocutori istituzionali – spiega Malagò -, insieme alle istanze di federazioni, discipline sportive, enti e integrato con un lavoro di raccordo del Politecnico di Torino. C’è una parte sanitaria, una tecnica e una pratica legata a spazi, dimensioni, separazioni, canali di areazione, specificità di pulizie e materiali da utilizzare. E’ molto complesso, servono professionalità diverse per mettere in condizione di ricominciare le attività il 4 maggio. E’ chiaro che gli sport individuali sono favoriti rispetto a quelli di squadra, ma anche per questi parliamo, con precauzioni di distanziamento, speriamo si possa riprendere le attività”.
Malagò approfondisce il discorso e annuncia: “Sabato e domenica lavoreremo a questo fascicolo insieme al segretario senerale e alla struttura degli uffici del Coni, massimo lunedì mattina sarà sul tavolo del ministro Spadafora che aveva chiesto a noi e al comitato Paralimpico di fornirgli queste indicazioni su cui poi insieme al Governo farà le sue valutazioni. Se c’è una cosa che vorrei dire al mondo del calcio? No, quello che dovevo dire l’ho detto e penso di averlo fatto anche con molto rispetto”, taglia corto Malagò mettendo da parte ogni polemica con le istituzioni calcistiche. Tornando sulla ripresa, il numero 1 dello sport italiano dice: “E’ evidente che non ci si deve sostituire agli innumerevoli soggetti che a vario titolo di competenza stanno esercitandosi nelle ipotesi di ripartenza. Faccio un ragionamento che penso sia di buonsenso: c’è una progressione. C’è un inizio, ci auguriamo il 4 maggio. Magari si farà un discorso diviso in aree geografiche, perché ci sono dei contesti più complessi. Ma anche questo è tutto da verificare. C’è una situazione che riguarda la parte dell’attività per fare movimento, qualunque esso sia, sia a livello professionistico che amatoriale. E poi c’è la pianificazione della gestione della manifestazione, dell’evento sportivo, della gara, quello è un altro discorso”.
Intanto il Cio si è visto costretto a rinviare di un anno le Olimpiadi di Tokyo. “Provo a ricordare una frase pronunciata dal presidente del Cio (Bach, ndr) che in qualche modo cerco di personalizzare: sarà un appuntamento da dove non solo riparte sotto ogni punto di vista il mondo dello sport, data la globalità dell’evento, ma anche il simbolo della ripartenza del pianeta. Vuol dire che da quel giorno ci saremo lasciati alle spalle tutto questo. La speranza è che dall’inizio delle Olimpiadi di Tokyo si riparta. Come è accaduto in alcuni eventi simbolo della storia. Come quando nel ’48 a Londra ci furono i giochi della rinascita dopo la seconda guerra mondiale”. Chiusura sul periodo di isolamento che tutta Italia sta vivendo. “Più o meno tutti, salvo chi è molto fortunato, oggi siamo nell’impossibilità di vedere gli affetti più cari. Mia figlia è a Dubai con una bambina piccola, stava per tornare e hanno indetto il lockdown. Per cui non si sa quando potrà tornare e quando potrò rivederla. Ho due genitori anziani a Roma, ma in questo contesto surreale sono blindati. Fuori dal discorso della famiglia, una cosa che mi manca molto è andare a vedere il mare”.
(ITALPRESS).
Malagò “Pronto il piano di ripresa per lo sport”
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