“Penso sia andata bene, poteva anche scapparci il morto. L’unica escoriazione ce l’ho dentro, nel cuore…”. È provato Pietro Lo Monaco, l’ad del Calcio Catania vittima, ieri mattina, di una violenta aggressione da parte di una quindicina di tifosi sul traghetto che collega Messina a Villa San Giovanni. L’amministratore delegato della società rossazzurra oggi è stato convocato in Prefettura per un tavolo tecnico del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica. “Voglio sentire cosa hanno da dire loro, mi hanno convocato – ha continuato Lo Monaco -. La scorta? Sono cose che deciderà chi è competente in materia. Quello che è successo ieri è accaduto in un luogo pubblico. Vedremo…”. Lo Monaco ricostruisce la disavventura di ieri: “Sono stato aggredito alle spalle e non lo so come ho avuto la lucidità di portarli fuori sul ponte. Io per 25 minuti sono stato in balia delle frasi più becere, delle accuse più becere e delle minacce più becere. Io denunce non ne faccio perché non ci sono abituato. Chi ha fatto quello che ha fatto si è firmato: ci sono telecamere, ci sono testimoni ed è davanti gli occhi di tutti quelli che è successo”.
“Io mi auguro – ha proseguito Lo Monaco – che questo episodio sia solo uno spunto per isolare certa gente e per cercare di fare ripartire il Catania. I tifosi, quelli che si spacciano per tali, non fanno queste cose. Non portano discredito al nome del Catania. Il Catania ha tanti tifosi che non parlano, che non vengono al campo e forse questa è la parte che dovrebbe insorgere. Quello che è accaduto ieri fa parte di un meccanismo in cui si dà voce e corpo a questa gente, il risultato è questo. Chi parla, chi commenta, i personaggi pubblici che hanno un ruolo devono capire che influiscono e in qualche modo indirizzano…”.
Il presidente del Catania, Nino Pulvirenti, ieri sera, ha incontrato Lo Monaco: “Era commosso, gli sono scappate le lacrime…” ha concluso l’ad del Catania.
(ITALPRESS).
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