Nel Pd fanno discutere le due diverse raccolte firme avviate dal segretario Nicola Zingaretti e dal senatore ed ex leader del partito, Matteo Renzi, per chiedere le dimissioni del vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini. Su Twitter l’europarlamentare dem Carlo Calenda propone di fare sintesi, e rivolgendosi a Zingaretti, Renzi e Paolo Gentiloni scrive: “Ecco qui. Con 15 minuti di duro lavoro ho fuso le due petizioni per le dimissioni di Salvini. Che ne dite? Facciamo questo sforzo di unità? Daje”.
Poco dopo, Renzi annuncia il ritiro della sua petizione. “Purtroppo anche oggi ci sono polemiche inspiegabili sul fatto che i bravissimi comitati di #AzioneCivile hanno presentato una raccolta firme per la mozione di sfiducia a Salvini. Ricordate la storia: alcuni di noi hanno proposto di portare il Ministro dell’Interno in Parlamento attraverso una mozione di sfiducia. Il gruppo dirigente del Pd ha bloccato questa iniziativa, definendola sbagliata – scrive il senatore su Facebook -. E noi abbiamo di conseguenza fermato le macchine. Poi quando finalmente il PD ha fatto la mozione di sfiducia era troppo tardi per votarla in Aula prima di settembre. Non mi è sembrato un capolavoro, ma ormai è andata”.
“Ho personalmente chiesto allora una mobilitazione online per tener vivo da qui a settembre lo sdegno contro ciò che Salvini ha fatto. Abbiamo raccolto in due giorni più di trentamila firme. Oggi ci viene detto che la raccolta firme va bloccata, sostituita o unita a quella improvvisamente annunciata dalla segreteria del PD”, prosegue.
“Avverto forte il rischio di cadere nel ridicolo. E per questo dico che stoppiamo subito la raccolta firme – che avrebbe dovuto continuare fino al 12 settembre – e così evitiamo ogni polemica. Sono sempre dell’avviso che una parte rilevante del Pd stia attaccando ancora il Matteo sbagliato: aver bloccato l’intervento al Senato, la scelta come responsabile delle riforme costituzionali di un parlamentare che ha votato NO il 4 dicembre, gli attacchi contro le misure dei nostri Governi, le aperture ai Cinque Stelle non solo in Sicilia – conclude Renzi -. Ma diciamo che il tormentone di agosto non può essere il derby sulla raccolta firme. Mentre Salvini e Di Maio combinano danni, che si fa? Si continua a litigare all’interno? Ma dai. Se il gruppo dirigente del Pd ha cambiato idea e adesso finalmente vuole la sfiducia meglio. Noi blocchiamo la nostra raccolta di firme, spero che altri blocchino le loro ossessioni ad personam”.